La parabola dell’ultima estate è oramai in netta discesa
anzi _ colata inesorabilmente a picco _ termina qui
e l’andamento di quest’ultima stagione
_ a tratti mosso e a tratti statico _ è assai bizzarro 

non la si può considerare un’equazione semplice
poiché le incognite sono state numerose
tuttavia ha portato con sé meno dolore
almeno rispetto all’anno precedente

una sorta di strana inquietudine l’ha fatta da padrona
ne ha condizionato il naturale andamento
i tempi _ dilatati e rapidissimi _ hanno scandito tutto
e alternanze varie hanno generato caos senza stelle

qualche parafulmine ha funzionato
i soliti paradossi c’erano
però la scoperta vera _ l’agilità con la quale cammino
in limine sulla corda _ è propria soltanto d’un circense
acrobata o trampoliere _ conta non sia caduta _ non del tutto
ma è anche vero che stavo scivolando
mi sarei potuta fare molto male
o _ peggio _ avrei potuto fare male a qualcuno nel precipitare.


***

Ho conosciuto un aspetto ignoto della mia anima
sofferente
spaurita
stanca
ma le ho dato la mano
le ho parlato
_ vieni con me che ti aiuto _
avanti
andiamo _ finché l’ho vista parlarsi da sola _ camminando
quando
di colpo
s’è fermata
accostandosi allo specchio
copiose lacrime _ le hanno bagnato il viso _ mi ha fissata
mi ha chiesto _ perché mi nascondi? _ e ancora
_ ti vergogni di me? _ raggelandomi.

***

Le ho spiegato _ tentavo solo di proteggerti _ ma tremavo
ho sperato volesse credermi _ non ho insistito_ mai
così siamo rimaste un po’ in silenzio
e lei continuava a fissarmi trapassandomi l’anima
poi _ improvvisamente _ ha tirato fuori ogni cosa sua
ferite vecchie che credeva rimarginate
mancanze che aveva ignorato deliberatamente
aspetti meravigliosi _ mai usati _ come nuovi

l’ho osservata più accuratamente
mi somigliava _ ho pensato _ già
mi somigliava così tanto
che ho capito d’essere lei.

1989.55.12 001

Man Ray Photography – @lementelettriche Paola Cingolani Poetry 23/09/2019