[…] Un dramma umano si può sempre esprimere con la metafora della pesantezza. Diciamo, ad esempio, che ci è caduto un fardello sulle spalle. Sopportiamo o non sopportiamo questo fardello, sprofondiamo sotto il suo peso, lottiamo con esso, perdiamo o vinciamo. Ma che cos’era successo in realtà a Sabina? Niente. Aveva lasciato un uomo perché voleva lasciarlo. Lui l’aveva forse perseguitata? Aveva cercato di vendicarsi? No. Il suo non era un dramma della pesantezza, ma della leggerezza. Sulle spalle di Sabina non era caduto un fardello, ma l’insostenibile leggerezza dell’essere. […]

Milan Kundera – “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

Il nulla, l’esserci per inerzia, per abitudine è un grande errore: lasciate stare e, se c’è una reazione di dispiacere contenuta, non sarà stato tempo vano. Così vale anche per chi si dichiara amico. Tutto, ma mai l’insostenibile leggerezza dell’essere: meglio scontrarsi, allora.

@lementelettriche – di Paola Cingolani