di rebeccastories

E se abbracciandoci lentamente nell’attesa del tè decidessi di avvolgere il tuo collo intorno al mio di solleticarmi un po’ le guance con la tua barba di stropicciare il mio naso sopra il tuo mento ed immergere infine tutte le mie labbra dentro la tua bocca ma se assaporando il tuo morso delicato mi ricordassi all’improvviso di quella falena arancione con le sfumature scure proprio quella che pochi giorni fa provai a far uscire dalla finestra ma che s’impigliò dentro una folta ragnatela polverosa nella quale erano sospesi anche molti altri insetti alcuni vivi altri un po’ meno forse ripenserei a come tentai di sgrovigliarla con un lungo bastone e a come riuscì a farla cadere giù ma ad ali

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chiuse dritta nella mia bocca aperta che se ne stava là sotto e se dentro l’incredibile delicatezza delle tue labbra mi ricordassi di come la mia invece rimase a lungo immobile e spalancata nella speranza che quella falena di carta velina volesse uscire da sola senza l’aiuto delle mie dita violente o della mia lingua bagnata che sicuramente le avrebbe rovinato le ali ma se tu volessi aprire improvvisamente le tue labbra per lasciar volare via le mie forse io nell’ascesa disperderei un po’ della mia polvere per farti starnutire forse ripenserei anche a come quel giorno inclinata la mia testa verso il basso riuscì a farla scivolare giù lasciandola libera di cadere al suolo e se poi ti accorgessi delle sfumature che ho sulle guance e ti allontanassi un po’ per guardarmi dritta negli occhi forse la rivedresti posata a terra con le sue ali che si schiudono adagio mutate in mille petali tenui.