La collina-conigli3-e1511703060180

di bloodyivy

EPILOGO

Egli lungi mirava
Nell’arcano tempo, ed i più arditi
Lo ebbero maestro. Durò a lungo.
Ma la turpe – vecchiezza ci raggiunse,
Furtiva, entrami, e logori in disparte
Ci mise.
(Shakespeare, Tutto è bene quel che finisce bene)

Egli faceva parte del mio sogno, d’accordo… Ma
anch’io facevo in fondo parte del so sogno.
(Lewis Carroll, Attraverso lo specchio)

«E poi come andò a finire?» domanderà il lettore, che ha seguito Moscardo e i suoi compagni, attraverso tante avventure e peripezie, per tornare con loro nelle tane sulla collina dove Quintilio li aveva condotti, esuli dalle campagne di Sandleford. Il signor Lockle che se n’intende, ci dice che i conigli selvatici vivono due o tre anni. Lui sa tutto sui conigli: e tuttavia Moscardo visse più a lungo di così. Egli giunse a tarda età e imparò a conoscere bene la vicenda delle stagioni, sulle sue colline, il trapasso incessante dall’estate all’autunno, dall’invero alla primavera. Egli vide più giovani conigli di quanti ne potesse ricordare. E talvolta, quando udiva, nelle sere di sole appiè dei faggi, narrare vecchie storie non riusciva, distintamente, a ricordare se narrassero di lui o di qualche altro eroico coniglio dei tempi passati… continua su: https://bloodyivy.it/la-collina-dei-conigli-richard-adams-epilogo-finale-brano/