Recensione del libro “L’amore bugiardo” e dell’omonimo film

di Cristina Saracano

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Amy e Nick sono giovani e belli, s’incontrano, s’innamorano e si sposano.

Sembra una storia perfetta, ma che presto s’incrina: le loro carriere lavorative a Brooklyn s’interrompono a causa della crisi economica e si trasferiscono da Brooklyn al Missouri, dove Nick apre un bar in società con la sorella gemella, grazie all’aiuto economico di Amy, che resta a casa a occuparsi delle faccende domestiche.

Fino a quando, il giorno del loro quinto anniversario, Amy scompare.

Dai segni di sangue e colluttazione trovati in casa si sospetta la sua uccisione, con Nick principale indiziato.

Ma la storia è ricca di colpi di scena. E’ un’attenta analisi psicologica del mondo maschile e femminile, dei loro pregi e delle loro incorreggibili manie.

Una storia che ha origine nella psiche e nelle famiglie da cui provengono i due protagonisti: Nick, da sempre in lotta con la figura di un padre egocentrico e maschilista, Amy, figlia di due psicologi, che l’hanno fortemente voluta e da sempre cercano di plasmarla secondo i loro canoni.

Nick diventa in questo modo un adulto insicuro ed Amy una donna incostante e umorale.

L’autrice è anche sceneggiatrice dell’omonimo film, che rispecchia fortemente il libro.

Un thriller mozzafiato dall’inizio alla fine. Un impatto scenico molto forte, curato anche nelle riprese di piccoli particolari, va seguito con l’attenzione che merita questo genere.

Io ho visto prima il film e, successivamente, letto il libro. I dialoghi e le descrizioni che ho letto me lo hanno fatto rivedere mentalmente.

Sia il libro che il film vanno assaporati pian piano, con molto tempo a disposizione, essendo parecchio lunghi, ma molto accattivanti.