TI VIDI

di Luigi Meloni

TI VIDI
Io che vidi i tuoi occhi segnati dal tempo
una dolce mattina, tra il fresco, e la brina
coprivi la tua vista, con una sciarpa
nascondendoti il viso, come la notte fredda
camminando tra il vento i tuoi capelli
ondeggiavano volando sparsi.

Qualcuno stanotte ti ha rapita, ferita con
passo felino come un animale ferito, lasci
le tue tracce di donna offesa, macchiata, da
un dolore che dall’anima sbranata, tra grida
soffocate spine dolorose, penetrano tra le ossa,
nel pianto cercando di lavare lo sporco lasciato
da mostri.

Piegata su te stessa come un fiore splendido
reciso, nasceva un urlo soffocato, da una brutale
forza da chi ti ha massacrato l anima, congelando
al mondo un corpo ancora vivo,in quei pugni
che sull’asfalto che colpivano di pianto forte.

Palesando davanti occhi neri che fingevi di nascondere,
per non sentirti sporca e ingiusta,solo gemiti spezzati
da silenzi, la paura di parlare ritraeva il tuo corpicino,
portando nel credo che ogni uomo fosse la quotidiana
brutalita.
LUIGI MELONI