Con misurata

di Marina Elettra Maranetto. Alessandria  http://www.cittafutura.al.it/

Ebbene Sì, sono passionale.

Può essere un pregio in determinate circostanze, ma quando m’inoltro in considerazioni che richiedano un’analisi razionale è un inequivocabile difetto. Da stasera, come altre sere fino a Marzo, la riga rossa dell’ira mi salirà dai visceri come il lardo di Colonnata..

Ho tempo. Il mio panorama d’informazione, oltre il quotidiano preferito, sono le trasmissioni  dove si alternano politici e giornalisti di varia umanità e colore.

Cominciamo da Lui, sempre Lui… Travaglio… cattivo nel suo ruolo di cattivo nel quale ormai si esalta al punto da conseguire un risultato opposto alle intenzioni. Stasera, pallido e bilioso più del solito il suo bersaglio è la Lorenzin. Lei ne esce vincente anche ai miei occhi che non la voterebbero mai.

Rivedo Bersani, il mio Pier Luigi che m’ha lasciata orfana d’amore: lo sguardo è malinconico, traspare ogni tanto la sua ironia ma sembra fuori posto là dove è finito, in mezzo ai LasciateogniSperanza. Deve avere molto sofferto nell’abbandonare la sua casa con la mucca  in corridoio. L’unico a godere ottima salute è il compagno D’Alema: ringiovanisce visibilmente nel sibilare sentenze da padre nobile, con qualche dose di veleno riposto tra le pieghe del suo scandito argomentare.

Grasso ha proprio il volto da brava persona quale è: è ancora impacciato in un ruolo che non mi pare ritagliato per lui, in mezzo alla canea dei capi popolo dalle reiterate argomentazioni che adoperano senza pudore la carta vincente del qualunquismo e delle promesse irrealizzabili. Non mi convinco che una figura istituzionale al di sopra delle parti, che poteva puntare molto in alto, si sia lasciata coinvolgere in un’impresa carica di speranze e di poche certezze .

La questione Lombardia mi ha lasciata esterefatta. “Muoia Sansone con tutti i Filistei” è la bandiera degli Epigoni di Bertinotti, Rossi e Turigliatto, la marca originale dei perdenti, assai tenaci nel preservare la propria nicchia virginale, magari in Parlamento.

La Boldrini, detta “La Boldrina” per aver cambiato in “a”  le desinenze in “o” dei nomi (caso mai le sfuggisse qualche parità di genere…), finirà col cancellare definitivamente il “genere” maschile.

Sabato. La città è in fermento pre-elettorale. A partire da Piazza Garibaldi si affiancano sigle note, inquietanti, obsolete: Forza Nuova, Partito Comunista, Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia… . In “piazzetta” troneggiano i Liberi e Uguali. Mi fermo a parlare ed è un dialogo alla fine del quale ciascuno conserva le proprie opinioni e domande senza risposta.

Poco più in là, sull’angolo, sta una bandiera un po’ moscia : la scritta, nero su bianco con stella rossa, recita “potere al popolo”. “E quando mai” penso, “il popolo ha avuto potere?”. Un giovane con la faccia pulita di chi ci crede mi offre il volantino. Lo accetto e lo ascolto. Anch’io, molto tempo fa, ci avevo creduto e mi tremava la scheda elettorale tra le mani, quando la imbucavo, per quel gesto carico di significato. Gli sorrido.

Tornando sui miei passi mi chiedo se sia ancora in tempo a farmi un Movimento tutto mio per provare almeno l’emozione di votarmi.