By Federica Ghisolfi

Purtroppo l ‘aria che respiriamo, è sempre più malsana, tutto questo non è causato solamente, dai gas di scarico, delle automobili, ma anche dai fumi delle fabbriche. Per cui, se uno sta a vedere, il solo blocco del traffico, non serve a niente

In Italia l’aria è «sempre più irrespirabile» e «l’emergenza smog ormai cronica». Tanto che nel 2017 sono 39 le città italiane risultate fuorilegge per livelli di inquinamento da polveri sottili (Pm10) «alle stelle». È l’allarme lanciato da Legambiente nel rapporto “Mal’Aria” 2018 diffuso oggi, nel quale si parla di «codice rosso per le elevate concentrazioni di polveri sottili e ozono» e di una «situazione critica in pianura padana e, in generale, nelle città del nord», con Torino, Cremona e Alessandria sul podio delle città più inquinate.

Ultimatum Ue all’Italia
Il dossier è stato reso noto in vista del vertice di domani a Bruxelles sulla qualità dell’aria: l’Italia è tra gli otto paesi europei sotto procedura d’infrazione per i livelli elevati di smog e proprio dall’Ue ha recentemente ricevuto un ultimatum. In assenza di misure concrete, ci sarà il rinvio alla Corte di giustizia europea «con inevitabili e salatissime multe» per il nostro paese, dice Legambiente, avvertendo che «non bastano misure tampone, servono interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale che locale».

Limiti superati in 39 città
Dal report emerge che, nel 2017, in 39 capoluoghi italiani è stato superato il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo. Tra queste, cinque hanno addirittura oltrepassato la soglia di 100 giorni di smog oltre i limiti: Torino (stazione di monitoraggio Grassi) guida la classifica con il record negativo di 112 giorni di livelli di inquinamento atmosferico illegali, seguita da Cremona (Fatebenefratelli) con 105, Alessandria (D’Annunzio) con 103, Padova (Mandria) con 102 e Pavia (Minerva) con 101 giorni. Molto vicine al record negativo anche Asti (Baussano) con 98 giorni e Milano (Senato) con le sue 97 giornate oltre il limite. Seguono Venezia (Tagliamento) con 94 giorni, Frosinone (Scalo) con 93, Lodi (Vignati) e Vicenza (Italia) con 90.

In pianura padana situazione critica
I dati più critici quelli relativi alla pianura padana, dove in 31 dei 36 capoluoghi di provincia delle quattro regioni del nord (Piemonte Lombardia Veneto ed Emilia Romagna) è stato sforato il limite annuo giornaliero, con l’85% delle centraline urbane che hanno rilevato concentrazioni oltre il consentito. Non va certamente meglio nelle altre regioni: in Campania,le stazioni di monitoraggio di Caserta (De Amicis), Avellino (Alighieri) e Napoli (Ferrovia) hanno superato il limite giornaliero di 50 microgrammi/metrocubo rispettivamente per 53, 49 e 43 volte. In Umbria, a Terni, sono 48 giorni di aria irrespirabile, mentre in Friuli-Venezia Giulia la classifica di Mal’aria vede ai primi posti Pordenone (Centro) con 39 superamenti e Trieste (Mezzo mobile) con 37. Nelle Marche, invece, è Pesaro con 38 giorni oltre i limiti a posizionarsi tra le città peggiori.

Sette milioni di persone respirano gas nocivi
Secondo la classifica “Ozono ti tengo d’occhio” contenuta nel dossier Mal’Aria 2018″, l’Italia è schiacciata anche dall’inquinamento da ozono, con 44 città che nel 2017 hanno superato i limiti di 25 giorni nell’anno solare. Le peggiori sono Catanzaro con 111 superamenti, Varese (82), Bergamo (80), Lecco (78), Monza (78) e Mantova (77). E, sommando i giorni “fuorilegge” per l’inquinamento da polveri sottili (PM10) e quelli per ozono, si scopre che la popolazione residente esposta a questi veleni è di circa 7 milioni di abitanti. Gente che – osserva Legambiente – ha respirato «polveri e gas tossici e nocivi circa un giorno su due nel peggiore dei casi (Cremona con 178 superamenti del limite), e al massimo uno su quattro» nel “migliore” dei casi.

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