alessandria

di ENRICO SOZZETTI

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Il mercato immobiliare è in ripresa. Ma solo a metà. Come conferma anche l’Agenzia delle Entrate, il primo semestre del 2017 ha registrato in provincia di Alessandria un aumento dell’8,4 per cento del numero di transazioni immobiliari rispetto allo stesso periodo del 2016. Però i prezzi bassi, e in alcuni casi in ulteriore calo, hanno determinato un valore economico la cui entità non è stata stimata ufficialmente, ma in ogni caso è uguale se non lievemente inferiore al 2016.

Il ‘mattone’ continua a vivere un periodo contraddittorio, con un aumento della domanda che però pare ruotare quasi esclusivamente sulla opportunità rappresentata proprio dai prezzi bassi. Una variabile economica che quindi risulta positiva solo in parte. In ogni caso, la comparsa, quasi dappertutto, del segno ‘più’ sia per le compravendite, sia per gli affitti, conferma che qualcosa si sta muovendo.

Anche la sintesi proposta dall’Osservatorio immobiliare 2017 elaborato dalla Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) della provincia di Alessandria va in questa direzione.

Aggiungendo un elemento nuovo, sicuramente incoraggiante rispetto al clima del mercato immobiliare, benché limitato a un segmento ristretto che potrebbe saturarsi abbastanza rapidamente: quello degli immobili di pregio, ad alto valore aggiunto, ma alla portata solo di una percentuale ristretta di investitori.

Prima Paolo Papi, presidente regionale Fiaip, poi Alessandra Repetto, presidente provinciale della federazione, parlano di “piccoli segnali che dal livello nazionale stanno scendendo a quello territoriale” e di una “febbre forte del mattone”, anche se l’analisi territoriale ridimensiona un po’ il comprensibile ottimismo degli agenti immobiliari. Dal quadro territoriale tracciato dalla Fiaip emerge una realtà con diverse sfaccettature. Ad Alessandria, come rileva Stefano Benatti, responsabile di zona, si conferma “la netta crescita nella domanda di abitazioni, i prezzi minimi comunque sono ancora in calo con una tendenza all’assestamento e una sostanziale stabilità di quelli massimi dell’usato, del nuovo e dei canoni di locazione”. Ad Acqui Terme si sono ridotti i tempi di vendita, segnale di una migliore vivacità, però i prezzi restano altrettanto ai minimi. Anche a Casale Monferrato i prezzi sono bassi, con un aumento, però, degli immobili sul mercato, mentre migliora l’andamento degli affitti. “Il mercato – sottolinea Adriano Roggero – si è progressivamente spostato dalla zona collinare all’area urbana. Le transazioni sono più frequenti rispetto ai dati di un anno prima, la domanda e l’offerta si incontrano più agevolmente: il materiale in offerta è aumentato e questo fa sì che le quotazioni abbiano subito qualche ulteriore limatura, ma ormai il fondo è stato toccato”. Novi Ligure segnala un andamento maggiormente positivo dei casali e delle aziende in zona collinare dove il mercato di nicchia registra un movimento definito “interessante”, mentre la media degli immobili urbani continua a fare i conti con le quotazioni basse.

A Ovada, invece, le vendite sono tornate a crescere “a due cifre”, come rileva Laura Tardito. Sono tornati i milanesi, insieme a olandesi, svizzeri e tedeschi particolarmente interessati a strutture ricettive “tipo bed&breakfast che se nel passato registravano solo manifestazioni di interesse, oggi finalmente si concretizzano in maggiori appuntamenti e in relative conclusioni”. Il resto del mercato vede le richieste maggiori rivolte “alle prime case indipendenti o semindipendenti con giardino a Ovada e nei paesi vicini, preferibilmente Tagliolo, Rocca, Silvano”. Il clima ovadese è positivo ed è tornato “quello di una decina di anni fa”, come conferma la media dei prezzi che si attesta sui 2.800 / 3.000 euro al metro quadro. Dopo una “fase alternata” anche Tortona sta iniziando a fare i conti con una certa ripresa, in particolare per il mercato delle seconde case nelle zone collinari. Continua invece il ‘profondo rosso’ della zona di Valenza che paga non solo la crisi del mattone e quella della piccola e media imprenditoria orafa, ma anche la specificità di avere immobili che una volta erano sede di piccoli laboratori che prima di essere immessi sul mercato necessitano di bonifiche e interventi strutturali. È una riqualificazione che ha bisogno di un intervento anche da parte della pubblica amministrazione che per ora non si è ancora visto. “Una volta con 10/15.000 euro vendevi un box auto singolo e dai 20.000 in su quelli doppi, oggi a queste cifre vendi alloggi e non solo nel centro storico: una vera desolazione” commenta Elena Castelli, responsabile Fiaip per Valenza.

Se il settore degli immobili produttivi è rimasto sostanzialmente stabile durante tutto il 2017, mantenendo “il trend moderatamente positivo”, ma restando un paziente “debole e a rischio di ricadute”, la novità della rilevazioni dell’Osservatorio della Fiaip sono gli ‘immobili di pregio’. Si parla di “ville, casali, tenute, aziende vitivinicole, palazzi storici” su cui si concentra l’interesse “di una clientela, all’ottante per cento straniera, innamorata del Monferrato che compra per trascorrere dei fine settimana e magari per viverci una volta in pensione, oppure per trasformare l’immobile in una struttura ricettiva o per ospitare piccole produzioni quasi sempre legate all’agroalimentare” dicono Stefania Rattazzi e Andrea Monti che hanno curato la ricerca. Se per l’immagine del territorio alessandrino questo settore è importante che cresca e si faccia conoscere, rispetto alla ricaduta diretta le cose vanno un po’ diversamente, sia per la reale disponibilità di immobili, sia per i prezzi. “Le case più richieste dall’acquirente internazionale ‘tipo’ (45/60 anni, buona cultura, amante dell’enogastronomia) coprono varie fasce di prezzo. Il 30 per cento di richieste è rivolto a immobili fino ai 100.000 euro, un altro 30 per cento per quelli tra i 100.000 e i 250.000 euro, il 20 per cento tra i 250.000 e i 500.000 e l’11 per cento tra i 500.000 e un milione di euro”. Secondo l’Osservatorio della Fiaip il 9 per cento delle richieste “è rivolto verso immobili il cui valore supera il milione di euro. Questi dati per la regione Piemonte, Monferrato e Langhe, mentre per altre regioni come Toscana, l’Umbria e i la zona dei laghi le fasce di prezzo sono più elevate”.