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Redazione: Alla luce di quanto succede nell’attuale epoca, dove si registra un costante fenomeno di emigrazione di massa originato da varie motivazioni, in particolare povertà, lavoro, guerre, persecuzioni, ecc., come ogni giorno ci riportano i media, si può ritenere che anche la specie umana sta diventando Catàdroma. Il termine in questione è riferito alla migrazione di determinati tipi di pesce, fra i quali il caso più noto è quello delle anguille.

La migrazione ittica è un fenomeno che vede molte specie di pesci migrare regolarmente, alcune volte per il cibo (migrazioni trofiche) altre volte per la riproduzione (migrazioni genetiche); in alcuni casi la ragione della migrazione è sconosciuta.

Tali migrazioni sono spesso importanti anche per l’uomo, dato che determinano la concentrazione di grandi banchi di pesci in precise aree. In particolare le migrazioni di Clupeidi (ad esempio le sardine o le aringhe), degli Scombridi (gli sgombri e i tonni).

Questi ultimi si radunano nelle acque litoranee all’approssimarsi del periodo riproduttivo, compiendo, secondo alcuni autori, grandissimi spostamenti: sembra ad esempio che i tonni diffusi nel mar Mediterraneo possano raggiungere anche le coste atlantiche. Secondo altri autori, invece, questi spostamenti sono più limitati e prevalentemente verticali (dalle acque più profonde a quelle più superficiali).

La Migrazione delle anguille

Le larve di questi pesci hanno forma di foglia, sono trasparenti, vengono dette leptocefali e vivono in mare. Nello stadio successivo le larve, pur rimanendo trasparenti, assumono forma cilindrica (e vengono chiamate cieche), vivono in prossimità delle coste o nelle acque dolci, che risalgono fino a raggiungere grandi distanze dal mare.

Qui termina il loro accrescimento e gradualmente si pigmentano fino a raggiungere la maturità sessuale. A questo punto inizia la migrazione di ritorno al mare. In realtà i luoghi in cui le anguille si dirigono per riprodursi sono ancora ignoti.

Da ricerche effettuate sugli stadi larvali e sulla loro distribuzione sembra che le zone riproduttive siano due ben distinte e si trovino entrambe nelle profondità delmar dei Sargassi, dato che si trovano stadi sempre più piccoli man mano che si procede in questa direzione.

Ma forse questo non è l’unico luogo di riproduzione: infatti, all’altezza dello stretto di Gibilterra non è mai stato registrato l’ingresso di stadi larvali provenienti dall’oceano Atlantico. È quindi probabile che le anguille dei paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo non raggiungano l’oceano, ma si accoppino e depongano le uova in qualche profondo bacino all’interno di questo mare, forse in qualche fossa del Tirreno.

Orientamento

Per quanto riguarda le capacità di orientamento dei pesci è stato ipotizzato che si basi su riferimenti astronomici, come per gli uccelli. Ma non è chiaro come avvenga il riconoscimento del sito per la deposizione delle uova che, soprattutto per le specie potamotoche come il salmone, è lo stesso da cui le larve sono partite per raggiungere il mare.

fonte: https://it.wikipedia.org

foto: http://www.meteomarta.altervista.org/