1. Far emergere le differenze

L’indice di produttività parlamentare di openpolis è nato nel 2011. Al tempo rispondeva all’esigenza di introdurre elementi qualitativi nella valutazione dell’attività dei rappresentanti dei cittadini italiani. Mentre generalizzare produce anti-politica, fare giuste distinzioni è una condizione indispensabile perché i cittadini possano scegliere i propri rappresentanti e valutarne l’operato. Allo stesso tempo, è un’opportunità per i politici di relazionarsi con gli elettori, tessere collegamenti con il territorio e rendicontare la propria attività. L’indice di produttività parlamentare vuole contribuire a rispondere a questa esigenza per le più importanti istituzioni rappresentative del paese, la camera dei deputati e il senato della repubblica. Nell’indice di produttività parlamentare il lavoro di deputati e senatori viene analizzato in base a criteri di efficacia utili a distinguere la grande quantità di attività che non producono effetti dalle poche iniziative che invece danno risultati. Non si entra mai nel merito delle disposizioni, se sono positive o negative, ma ci si limita ad attribuire un punteggio a ogni passaggio di iter. Dunque più un provvedimento si avvicina a essere completato più sarà alto il punteggio assegnato a chi presenta l’atto (primo firmatario) o ne è il relatore. Altri punti vengono attribuiti con il consenso ottenuto su un provvedimento, attraverso le firme degli altri parlamentari, e, infine, in base alla partecipazione del parlamentare ai lavori. L’insieme di questi parametri – messi a punto nel tempo grazie al confronto anche con molti parlamentari – premia il risultato e il merito politico e penalizza la produzione di scartoffie buone solo a intasare gli uffici. L’indice è uno strumento che ha il vantaggio della sintesi ma non deve essere considerato una misurazione esatta. Serve per analizzare e valutare la complessa realtà parlamentare e non certo per formulare giudizi. Non prende in considerazione aspetti molto importanti a cui un politico dedica tempo ed energie, come la relazione con il territorio, il confronto con gli attori sociali o la vita di partito. Si focalizza, in sintesi, sulle attività istituzionali tracciabili e monitorabili, in maniera completa e uniforme, e disponibili sui canali ufficiali di camera e senato. Evidenziamo e anzi denunciamo che le nostre valutazioni non possano che essere incomplete a causa dell’opacità che avvolge istituzioni e partiti. Negli ultimi anni sono stati fatti alcuni passi avanti a favore della trasparenza, anche grazie alle nostre richieste, ma la strada è ancora lunga. Oggi i siti web di camera e senato pubblicano i dati sulle assenze parlamentari, le dichiarazioni patrimoniali di deputati e senatori, i rendiconti dei gruppi e hanno iniziato un percorso di rilascio delle informazioni attraverso gli open data. Tuttavia la possibilità di accesso diminuisce fino a cessare quasi del tutto con l’avvicinarsi ai centri decisionali. Non è possibile avere notizio di ciò che accade nelle commissioni parlamentari, cuore del processo legislativo. Eppure basterebbe introdurre misure già adottate per le aule – voto elettronico e resoconto integrale – per rendere trasparenti discussioni, votazioni e presenze. Questo è l’obiettivo della campagna #ParlamentoCasadiVetro, che abbiamo portato avanti con forza nel corso della legislatura. Proprio perché l’indice di produttività parlamentare non vuole essere uno strumento per classificare e giudicare deputati e senatori, nel corso degli anni abbiamo apportato una serie di modifiche all’algoritmo. Lo scopo di questo indice non è individuare la ricetta del “perfetto parlamentare”, ma migliorare uno strumento che vuole fotografare dinamiche politiche, sottolineare particolarità istituzionali ed evidenziare trend legislativi. La sua struttura è perciò in continua evoluzione, in modo da costituire un osservatorio permanente ma dinamico degli equilibri politici.

Una nuova classificazione delle leggi

Uno degli elementi che abbiamo guardato con più attenzione in questi anni è la differenza fra le diverse leggi approvate dal nostro parlamento. Un esercizio che ci ha portato all’inizio della legislatura a introdurre 3 livelli di importanza per le leggi discusse. Livelli che sono stati pensati come un moltiplicatore del punteggio assegnato ai singoli parlamentari che hanno lavoratori sui vari atti. Se un parlamentare otteneva 80 punti per il suo lavoro su una legge di importanza 2, il totale veniva raddoppiato, diventando quindi 190.

379 leggi sono state approvate nella XVII legislatura

Ci siamo però resi conto che le innumerevoli sfumature della produzione legislativa necessitavano di altri colori per essere meglio rappresentate e, per questo motivo, la classificazione delle leggi è diventata a 5.

Livello 1: leggi dal limitato impatto normativo, sia dal punto di vista territoriale che dei contenuti. Vengono anche incluse norme, come i trattati internazionali, in cui il ruolo del parlamento è circoscritto alla ratifica;

Livello 2: questo raggruppamento include la stragrande maggioranza dei testi approvati dall’aula. È pensato per includere tutte le leggi che affrontano aspetti specifici di settori ampi;

Livello 3: leggi che riformano interi settori e quelle particolarmente rilevanti e di interesse generale per l’opinione pubblica;

Livello 4: questo livello include le norme proposte dal governo, i decreti legge ricorrenti e le leggi sui temi civili;

Livello 5: leggi di bilancio, riforme costituzionali, leggi elettorali, decreti emergenziali e riforme strutturali del governo.

Rivalutazione delle variabili

Come dichiarato più volte, crediamo nel dialogo con deputati e senatori. Nel corso di tutta la legislatura abbiamo mantenuto un canale aperto di comunicazione, che ha trovato il suo momento di massima espressione in un questionario che abbiamo mandato a fine 2017 ai membri del parlamento. Oggetto della consultazione è stata una rivalutazione delle variabili e dei parametri che compongono l’indice di produttività parlamentare. In aggiunta, visto che si tratta l’ultima edizione dedicata alla XVII legislatura, abbiamo dato la possibilità ai nostri eletti di annotare il loro punteggio, con commenti aggiuntivi che descrivessero quanto portato avanti dal 2013 a oggi.

Un abuso degli ordini del giorno da parte dei parlamentari ci ha portato a rivalutarne il peso nell’indice

Anche grazie alle risposte che ci hanno inviato deputati e senatori abbiamo deciso di implementare un ribilanciamento di alcuni parametri. Questa esigenza, oltre a essere emersa nelle risposte ricevute al questionario, è diventata evidente analizzando alcuni “abusi” portati avanti dai parlamentari. Un esempio su tutti riguarda gli ordini del giorno, individuati da alcuni politici come atti facilmente presentabili, a cui si riescono ad apporre tante firme, e che con facilità vanno in votazione. Elementi che facevano aumentare il punteggio nell’indice di produttività di alcuni deputati e senatori, con un atto dal limitato peso politico e legislativo. Per questo motivo abbiamo deciso di ritarare il peso degli ordini del giorno, anche rispetto a emendamenti e altri atti non legislativi.

 Foto credit: Flickr di Palazzo Chigi – Licenza

Cosa: indice di produttività parlamentare

Quando: XVII legislatura

Dove: parlamento

https://www.openpolis.it/esercizi/a-dare-le-carte-sono-in-pochi/