di Fragnito Antonietta

Mangiare è uno dei più importanti bisogni degli esseri viventi.
Mangiare ha a che fare con l’ esistere e in parte con la modalità di stare al mondo .
È per certi versi la creta che modella il corpo e ognuno di noi, nel nutrirsi, assume un po’ il ruolo di scultore di se stesso.
La funzione del mangiare è complessa perché la fame ha in sé qualcosa di fagocitante e distruttivo, avendo bisogno di materia per essere appagata.
Il nutrimento ci collega alla madre, al cordone ombelicale, all’allattamento: non c’ è cibo che può saziare se non è imboccato col cucchiaio dell’ amore.
Una madre triste non puo’ sfamare perché il suo pensiero è lontano e lo sguardo distante.
Il neonato non sente il flusso di quel nutrimento e il suo rapporto col cibo e con la vita, sarà in molti casi complicato.
Il cibo per noi adulti è una stampella, un conforto , un ponte per la condivisione e la convivialità. Ci conforta quando siamo tristi, annoiati, infelici. Inconsciamente con esso vorremmo riempire le nostre voragini, ma è soltanto un’illusione.