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da: http://www.lastampa.it/

Dunque ci siamo, domani la nuova legge elettorale sarà messa alla prova. Ma chi l’ha interpretata meglio? Chi è riuscito, come fece Berlusconi nel 1994, a carpirne i segreti per ottenere più seggi degli avversari? La prova la si avrà solo lunedì a conti fatti, ma intanto è curioso notare come il Movimento cinque stelle, che sulla carta sarebbe dovuto essere il più penalizzato dal Rosatellum, con un’astuta contromossa sia riuscito in parte a disinnescarne gli aspetti più negativi (negativi per i grillini, ovviamente).

La legge elettorale infatti è stata scritta per le coalizioni non per le singole liste. Nei collegi vengono avvantaggiati quei candidati sostenuti da più partiti, mentre i grillini (a proposito, ha ancora senso questa definizione o si deve passare a “dimaiani”?) com’è noto si presentano da soli. Inoltre è previsto che il voto delle liste che non arrivano al 3%, a patto che superino l’1%, vada ai partiti coalizzati più grandi.

Insomma, Di Maio e Casaleggio si sono trovati a combattere con una mano legata dietro alla schiena. E cosa si sono inventati? Io la definirei una “coalizione interna”. Di fatto nella pancia del M5s è ospitata una sorta di lista civica nazionale composta da tutti quei candidati provenienti dalla società civile senza esser passati da un’esperienza politica tra i grillini: da Emilio Carelli a Domenico Fioravanti, dal professor Lorenzo Fioramonti alla jena Dino Giarrusso.

Una sola lista, quella a cinque stelle, ma di fatto due raggruppamenti distinti. La “coalizione interna” prevede persino che le quote ministeriali siano spartite tra grillini doc, come Di Maio o Bonafede, e esterni “tecnici” della lista civica nazionale. Un dualismo perfetto, su cui il leader e candidato premier ha giocato molto presentando all’Eur la sua squadra.

Tralasciando il fatto che questi nuovi “indipendenti di sinistra” siano stati scelti direttamente dalla Casaleggio e non dalla mitica Rete, la trovata è senz’altro efficace dal punto di vista della comunicazione. E serve in parte a mitigare i meccanismi anti-grillini della legge elettorale. Domani capiremo quanto l’operazione sia riuscita.

Buon voto,

Francesco Bei

Capo della Redazione Romana, La Stampa

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