di Lia Tommi, Alessandria

Il 16 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale contro la schiavitù infantile, in memoria di un bambino pakistano che si è ribellato al suo sfruttatore. Il piccolo Iqbal Masih già a 5 anni lavorava in una fabbrica di tappeti. A 10 anni riesce a scappare dal suo aguzzino e incontra Ula Khasi, attivista per i diritti dei minori. Decide di impegnarsi anche lui per la libertà dalla schiavitù dei bambini e denuncia le fabbriche dello sfruttamento, diventando un obiettivo da eliminare. Le sue parole si diffondono in tutto il mondo, mobilitando organizzazioni umanitarie, politici, giornalisti. Viene assassinato il 16 aprile 1995, a 12 anni.

Lavoro forzato, sfruttamento sessuale, traffico illecito, sono tra le forme di schiavitù che costringono i bambini a rinunciare ai loro diritti.

La comunità internazionale continua a battersi perché questi diritti siano riconosciuti per natura, perché i bambini abbiano un’istruzione adeguata e non siano costretti ad impugnare strumenti di lavoro, ma solo matite e giochi.

Ma la strada è ancora lunga.