Quando nelle città vincono i Supermarket

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(Aydin. “Il luminoso”. Pezzo dedicato all’amico Guido Manzone)

L’urbanistica non è certo una scienza esatta come la matematica, ma possiede leggi valide, verificate praticamente dalla storia delle città. Esse si basano sul ripetersi di uguali reazioni in presenza di analoghe azioni. Eventuali discrepanze, di cui è sempre possibile tenere conto, sono dovute a variabili locali attribuite al reddito, all’occupazione prevalente, al livello culturale, alle tradizioni storiche, alla distanza e all’interdipendenza con altri centri economici e produttivi.

Il non aver tenuto in considerazione queste leggi è stata una delle concause del fallimento di molte localizzazioni industriali e commerciali con cui si sperava di rilanciare le aree depresse del Paese, con spreco di risorse e creazione di ulteriori contraddizioni economiche e sociali.

Un rischio analogo lo stiamo correndo riguardo alla localizzazione dei supermercati ad Alessandria, affrontata con la serena sprovvedutezza propria di chi è totalmente avulso di questi problemi, quasi fosse la prima volta che si verificano.

Personalmente non siamo contrari  a una distribuzione tramite grandi strutture né riteniamo il ritorno ad un commercio polverizzato il rimedio a ogni male, come crede chi va verso il futuro con la testa girata all’indietro.

Ma tra il regredire al “suk” arabo di Algeri e la proliferazione incontrollata dei supermarket ce ne corre. Una moltiplicazione eccessiva dei grandi magazzini viene ad annullare gli indubbi vantaggi legati a questa moderna struttura distributiva, come l’azione calmieratrice, la varietà e la ricchezza delle merci, la facilità e la rapidità di acquisto.

Se il prezzo da pagare è il crollo della piccola distribuzione, con fallimenti a catena e disoccupazione, particolarmente possibili in città dall’economia fragile che vivono di terziario, non ci siamo più.

Queste considerazioni ci hanno resi perplessi verso l’attuale politica alessandrina di settore, priva di un Piano commerciale, sempre promesso e mai realizzato. In un’epoca in cui il tempo è denaro e si cerca di accelerare il più possibile gli acquisti quotidiani, mentre i frigoriferi e congelatori sono alla portata di tutti, diviene normale concentrare in una sola volta le compere settimanali.

I prodotti  acquistati diventano proporzionalmente più ingombranti e più pesanti e non trasportabili se non con l’automobile. Conseguentemente i supermarket influenzano le correnti di traffico in determinate ore e su particolari direzioni. Prevedere posteggi legati alla grande distribuzione è indispensabile per evitare gli ingorghi, inconveniente normale sulla strada Spinetta Marengo – Alessandria, dove non si è tenuto conto del problema. Lo stesso legame tra supermercato e automobile spinge a localizzazioni sulle grandi strade di traffico o lungo le circonvallazioni. Ciò è indubbiamente valido per i profitti, ma non lo è certo per la circolazione urbana. E’ molto meglio localizzarli su percorsi di scorrimento più defilati, con grandi aree per le automobili. Come già verificato in molte città americane, grandi o piccole che siano,il moltiplicare fino al grottesco i supermercati periferici ha avuto un solo risultato: al centro sono rimasti per lo più negozi specializzati o dedicati ad acquisti importanti, concentrati in poche vie valorizzate da pubblici interventi di arredo urbano con attorno il deserto economico e sociale ed edifici cadenti abitati da popolazioni marginali. Le persone “normali”finiscono col vivere fuori città o nell’estrema periferia, recandosi al centro solo per lavoro o per acquisti straordinari. Secondo una recente indagine del “Sole 24 ore” Alessandria è al sesto posto in Italia nel rapporto tra supermercati e popolazione residente. Abbiamo 15,9 supermercati ogni centomila abitanti. A precederci c’è solo Isernia con 23,2; Trento con 22,7; Rovigo con 21; Vercelli con 19,8 e Udine con 18. Superiamo persino Milano, la città più ricca e avanzata d’Italia con 6,2; la turistica e commerciale Venezia con 5,2; l’industriale Torino con 4,3 e Roma con 3,8; nonché tutte le province progredite dell’Emilia, della Romagna, del Veneto e della Toscana. Il dato diviene ancora più significativo se si ricorda che siamo al 37° posto in Italia per reddito pro-capite. Il cavallo di Troia con cui si sono introdotti i supermercati in Alessandria sono state le “varianti” al Piano regolatore, sempre più simile a inutile pezzo di carta. La maggior parte dei supermercati, anche se non tutti, sono stati localizzati in aree e edifici previsti per altro uso, ogni volta mutato con procedure che possono lasciare perplessi.

GUIDO MANZONE    (Aydin)    (LA STAMPA 21-11.1989)