Ciao Ermanno. Facile è scrivere poesia… Difficile è viverla, di 

olmi

…E vivendola, se ne è andato tra i prati Ermanno Olmi.

La processione degli amici non è ancora finita, persino alcuni fiori che non spuntavano più, son venuti fuori a salutarlo.

Un profumo!  Di pane, di fumo del Corriere che arrivava dalla Breda.

Cui sono pastori e pecore, cani, gatti, uccellini; ci sono alpini, soldati della prima guerra, elmetti arrugginiti e bombe inesplose

Ci sono mani coi geloni, piedi fasciati, bambini senza scarpe, macchine da scrivere, tanti soldati, disarmati.

Ci sono file di Parole, tutte silenziose, per uno che di silenzi se ne intendeva.

Ci sono armoniche a bocca, sigari toscani, cerini accesi come bandiera sulle vuote trincee.

Ci sono dialetti, un oste, tre ladruncoli, un santo bevitore.

E c’è una lunga scia di impiegati con le maniche corte; due ballerine da balera, uno che vende pesce e uno castagnaccio, tenuto caldo, profumato di rosmarino e, per ultima, una stella alpina.

E lui davanti, con quel passo da pellegrino, capelli rossi dalle molte albe e dai molti tramonti.

Gli addii – ci ha detto – non servono a niente; il solo saluta che conta è: a per sempre.