ELIO, di Gianni Ferraris

LALLA’S LIBRARY·DOMENICA 3 GENNAIO 2016
Premetto che Gianni Ferraris è un carissimo compaesano solerino che conosco sin da quando ero piccola. Gianni in questo libro ha scritto una biografia di suo fratello scomparso in America Latina durante le guerriglie degli anni 70-80.
Ma ciò che mi ha colpito, non è la classica biografia dove si racconta vita morte e miracoli del personaggio, ma sono lettere di Gianni al fratello scomparso.
Quindi ci troviamo nel pieno periodo di Lotta Continua, i movimenti politici del ‘68, la trasferta di Elio in Puglia e successivamente in America Latina.
Da questo romanzo, dato che sono nata alla fine degli anni ‘60, ho imparato e capito tantissime cose che non conoscevo a fondo di quel periodo.
Grazie Gianni per averci fatto conoscere tuo fratello Elio che rimarrà sempre nei cuori dei solerini che l’anno conosciuto.
Buona lettura

“Non mi stupisce che Gianni Ferraris abbia scritto “Elio” solo quando dalla brumosa Solero, vicino ad Alessandria, è andato a vivere a Lecce. Il sole, l’elio greco del Salento, ha sciolto e dato urgenza alla condivisione di quell’amore e di quella ferita che Gianni si portava dietro da tanto tempo. E non solo il sole, i luoghi anche, seppure non gli stessi ma molto vicini, perché Elio, suo fratello, nei così lontani ma insieme tremendamente vicini anni ’70, era sceso dal freddo nord per fare lavoro politico per Lotta Continua a Molfetta. 
Ma quel sud a Elio, il ragazzo che voleva “spaccare in pezzi il mondo per vedere come è fatto dentro e cambiare le parti marce”, non era bastato. Ne cercava di ancora più lontani. E allora il Brasile, il Cile, la Bolivia, l’Argentina, il Nicaragua della rivoluzione sandinista, il Salvador del Frente Farabundo Martì. (…)” 
Così Francesca Caminoli nella prefazione questo libro/lettera che Gianni Ferraris scrive al fratello Elio di cui non conosce il luogo e le circostanze della morte mentre combatteva in appoggio al FLMN salvadoregno.
Dagli anni ’80 del novecento al primo decennio degli anni duemila il ricordo rimane e rode come un tarlo, finchè l’incontro con il Salento e forse con la maturità regalano a Gianni la voglia di raccontare, raccontarsi. Non un libro sul ’68, solo una sorta di “biografia di un periodo”, come qualcuno ha detto. Una narrazione di luoghi e personaggi fra il Piemonte e il Salento, un racconto di incontri, emozioni, ricordi