CANZONETTA, di Alfonso Gatto, recensione di Elvio Bombonato

Alfonso_Gatto

Le ragazze moderne
non sono eterne.

Oh, che bella novità,
ma dànno fresco alla città.

L’una nell’altra
l’altra nell’una
chi si fa scaltra
non ha fortuna.

Oh, che bella sciocchezza,
ma insieme fanno la giovinezza.

Il rosso le veste di blu
l’azzurro le veste di rosa,
un poeta non sa più
quale scegliere per sposa.

Sceglierà la più bella?

Nessuna è tutta brutta
nessuna è tutta bella.

Sceglierà la più caduca,
sceglierà la passeggera
della fresca primavera
col nastrino sulla nuca.

ALFONSO  GATTO  (1953)

Una filastrocca, quasi rodariana. Il ritmo è lieve, grazie ai versi brevi, quinari settenari ottonari, con le rime baciate nei distici, e alternate nelle quartine. Alcuni mimano il parlato: “Oh, che bella novità” , “Oh che bella sciocchezza”, “Sceglierà la più bella?”.  Anafore: ”ma, una/altra, le veste, sceglierà”.  Immagini colorate e visive. Incipit asseverativo di constatazione; explicit (“col nastrino sulla nuca”), delizioso nella sua irrilevanza.  Poesia allegra, gioiosa come le ragazze (non indossano jeans strappati), che in gruppo camminano per la città. Il poeta guarda divertito la loro giovinezza –  “non sono eterne”- che durerà poco, ripresa da “caduca”. “Danno fresco alla città” anticipa il grande Caproni. “Chi si fa scaltra”: perde la propria ingenuità.