Mu, il mio fidanzato, dipinge. Passa ore a dipingere su un tavolino di legno che usavo da piccola come scrivania nella mia cameretta. Perché i miei avevano pensato a tutto, armadio grande, letto grande, ma niente scrivania. Non ci stava più, lo spazio era quello che era e allora avevano ovviato alla cosa con un tavolino di legno pieghevole.
Mu mi guarda, dice di non muovermi e inizia a ritrarmi.
Nell’attesa fremo, sbircio, faccio domande disturbandolo in continuazione. Devo stare ferma e non ce la faccio, mi prude ovunque, mi sento insetti che mi camminano sulla faccia, mi scappa la pipi e mi viene anche in mente di avere l’acqua per il the sul fuoco. Ma cerco di stare più immobile possibile e lui prosegue con la professionalità di Raffaello mentre dipingeva i suoi putti.
Mi dice solo: “Puoi smettere di parlare per favore che mi sconcentri?”
“Certo è che…
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