Riflessione di fine crisi politica, di Angelo Marinoni

Due-possibili-strade

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Le prospettive politiche del Centrosinistra, inteso come compagine a maggioranza socialdemocratica, e del Centrodestra, inteso come compagine a maggioranza liberista, sono sempre più incerte: la progressiva scomparsa dei moderati a vantaggio di partiti e movimenti che non si vogliono collocare, ma che, appartengono di fatto chi alla destra sovranista, chi al movimentismo di stampo sociale e chi ad un certo neofrontismo qualunquista si associa ad una riduzione in consenso e ad un aumento del numero dei movimenti e dei partiti di ispirazione socialista e liberale; mentre nell’area di Centrodestra residuale si tende, prospetticamente, ad una certa unità la Sinistra non riesce a trovare alcun momento di sintesi, nemmeno in quella elettoralmente maggioritaria che si riferisce al Riformismo e alla Socialdemocrazia.

Il destino probabile del Centrosinistra nei prossimi tempi è l’irrilevanza decisionale e politica, la cui durata dipenderà dalla capacità che avrà questa di riaggregarsi e riproporsi con un progetto politico, un modello sociale e due visioni prospettiche, una di brevissimo periodo per risolvere le incombenze e una di lungo respiro che faccia percepire un futuro alla cittadinanza. Destino simile è quello del Centrodestra, a meno che non sia in grado di riaggregarsi senza farsi divorare elettoralmente: la cronaca recente riporta, per esempio, un modesto aumento del consenso complessivo del Centrodestra cosi’ come si era presentato alle elezioni del 4 marzo, e ora ridotto a Forza Italia con Fratelli d’Italia, ma un continuo aumento del consenso leghista a svantaggio di quello di Forza Italia, a dimostrazione che la scelta sovranista e alternativa non è un passaggio elettorale estemporaneo, ma una palese perdita di consenso della classe dirigente nazionale ed europea, sia che si ispiri al PSE sia che si ispiri al PPE.

La durata dell’esilio dalla significanza politica del Centrosinistra e del Centrodestra dipenderà anche dalla capacità dell’attuale modello di diffusione delle informazioni di metastatizzarsi.

Nelle parti normali del mondo quando avviene un fatto questo viene riportato dalla cronaca e variamente commentato dagli opinionisti e diversamente interpretato dai politici che cercheranno di convincere tutti gli altri della loro interpretazione.

In Italia quando avviene un fatto questo viene variamente commentato dagli opinionisti e, a seconda dell’orientamento del cronachista, riportato sulla sua testata o sul suo blog, a quel punto i politici scelgono l’opinione più vicina al loro desiderata e la rinfacciano agli altri come cronaca che dà ragione alle proprie istanze.

In un contesto come questo non esiste alcuna possibilità che una posizione politica che tenda a Sinistra o a Destra o si fermi nel mezzo abbia una qualche possibilità di successo: il consenso diventa dipendente esclusivamente dalla capacità di diffusione della propria interpretazione della cronaca quando si è in presenza di un politico onesto e della propria mistificazione se il politico ha più ambizione che scrupoli.

L’esplosione dei social, o meglio dell’uso irresponsabile di questo strumento, ha aggravato la diffusa disonestà intellettuale di buona parte della classe politica attuale: moltissimi cittadini scambiano i post urlati e condivisi dai blog come cronaca e pensano che quel linguaggio, spesso triviale e violento, sia il normale linguaggio della dialettica politica, se così possiamo definire, per esempio, l’allucinante campagna elettorale appena conclusa e che per fortuna e auspicabilmente non ci verrà riproposta a tempi brevi.

La buona politica per riprendersi la scena dovrà fare “controdisinformazione”, organizzare convegni, pubblicare studi, appendere manifesti che sintetizzino i fatti, usare responsabilmente i social e non aver paura di denunciare agli organi competenti e alla Magistratura le violazioni e la diffusione di falsità.

Per buona politica non intendo alcuna forza in particolare: tutti gli schieramenti hanno al loro interno nutrite compagini di ultras che producono e diffondono notizie false: tutti tacciono quando la fake colpisce gli avversari e strillano quando colpisce loro; è stato anche questo atteggiamento che ha consentito al fenomeno di dilagare e a farlo divenire sistemico al mondo dell’informazione con una irresponsabilità generalizzata dalla Lega a LeU passando per il Movimento Cinque Stelle ed il PD.

Dopo la turbolenta fase postelettorale il paese ha ritrovato la sua stabilità politica e, indipendentemente dall’opinione che si abbia dell’Esecutivo, la sua nomina è un fatto positivo: è un Esecutivo nato in piena logica parlamentare, la stessa che avrebbe potuto consentire esiti diversi e diverse maggioranze sulle quali si sono attorcigliate le contraddizioni e le incomprensioni interne al Centrosinistra che, ora, avrà il tempo di studiare e risolvere.

La maggioranza parlamentare è anche maggioranza politica che, stando agli istituti demoscopici, si sta rafforzando ulteriormente e la sua ascesa al governo è da ascrivere ai fatti positivi in quanto segnale di una democrazia funzionante e non da mettere sotto tutela. I partiti della vecchia maggioranza si stanno con troppa foga, invece, spellando le mani nello spulciare dichiarazioni antieuropeiste degli esponenti della nuova maggioranza, ignorando il fatto che gli italiani invece di preoccuparsene se ne compiacciono.

Mentre per il Movimento Cinque Stelle e la Lega è il momento di lavorare per dimostrare che sono in grado di gestire meglio dei predecessori la cosa pubblica che gli è stata affidata, per Centrosinistra e Centrodestra residuo è il momento della riflessione e del domandarsi perché si ritrovano entrambi all’opposizione spulciando negli stessi archivi invece che trovarsi su scranni opposti a scontrarsi e confrontarsi uno nel ruolo di Governo e l’altro in quello di opposizione.

Nella mia logica, forse ancora legata ad un Novecento mai finito in Italia, mi aspetterei, in prospettiva, un sistema politico dove liberisti e socialisti, anche diversamente coniugati, si affrontano e confrontano nelle competizioni elettorali e mi aspetterei, quindi, che queste formazioni politiche vogliano rinascere rifondandosi e la classe dirigente scartata dal voto popolare si faccia progressivamente da parte favorendo e promuovendo la nascita di una nuova classe dirigente basata sulle idee e non sulle strilla, sulle convinzioni e non sulle paure, che venga abbandonata la logica dello scudo contro qualcosa o qualcuno per iniziarne una nuova di confronto e progetto.