L’acchito, recensione di Cristina Saracano

Dino e il suo amore per il biliardo.

Questa pallina, in posizione iniziale, ovvero, L’acchito, che poi si muove sul panno verde, disegna traiettorie e si ferma chissà dove.

Dino e il suo lavoro: ricopre le strade della città coi ciottoli. Ciottoli che disegnano geometrie, come le palline del biliardo.

Dino e Sofia si amano, sognano, progettano viaggi lontani nello spazio e nel tempo.

Ma la direzione della vita, talvolta, cambia e fa mutare tutto.

Scompiglia le cose. Accade l’impensabile.

E niente ritorna più allo stesso posto.

Pietro Grossi ( Firenze 1978), una rivelazione per me, un autore capace di descrivere con meticolosa precisione, ma anche con tanta poesia, le vicissitudini della vita.

Un romanzo ricco d’insegnamenti, completo nella  descrizione dei personaggi e nei dialoghi.