A volte la poesia… è un migrante, di Antonietta Fragnito

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Le mie poesie sul dramma dei migranti restano stampate con le lettere dell’ abbandono. Le sento dolenti, questuanti come gli uomini e le donne gettati in strada e ignorati. Come i tanti emotivamente scacciati. Se ne stanno sul Web misere e umili, come migranti, nel paziente rassegnato dolore.

Come posso essere felice
con tutto questo dolore intorno
Coi barconi che mi solcano il cuore
come aratri
Come posso essere felice
con la terra che non sa riconoscere i suoi stessi figli
Alla finestra ho il mare
che come un padre
trascina la sua prole nel cuore delle acque
Un mare che si fa strada
traducendo in ciottoli le onde
Come un padre quel mare pietoso
vuole vedere appesa alla parete liquida
la laurea della vita
Non restituite al suo grembo
il figlio morto.

Foto: fooleyes Tumbir