SWEET POLAROID, di Luca Oggero

SWEET POLAROID

È un arpeggio di raggi di sole quello che filtra tra le foglie del viale alberato, riverberando di flash di luce discontinua il parabrezza dell’auto mentre torno dal lavoro.

Il cielo ha smesso di piovere il suo temporale capriccioso da poco e l’auto che ho davanti spruzza, su quello stesso vetro lambito dal sole, minuscole gocce di acqua sporca rapite e buttate in aria all’indietro dai copertoni posteriori.

E dentro, tra l’elettricità delle sinapsi, pensieri che si muovono entrando uno nell’altro, senza ordine apparente. E ci sei tu, miele dolce vischioso, a legare come colla tutti questi pensieri sparsi e a dare un fondo di buono al tutto che mi attraversa il cranio.

Fotografo questa istantanea di benessere e te la regalo.

È colpa tua se oggi mi sembra bella pure la vetrina del kebabbaro di fronte a cui passo, se dietro gli occhiali ho stelle che splendono di luce interiore, se la felicità ha il volto di un operaio sottopagato e innamorato con velleità d’artista e di ribelle.