Roma autorizza lo sbarco dei migranti a Pozzallo. Altri sì all’Italia ma Visegrad spacca l’Ue

5f596798-886b-11e8-98cd-a89010e579db_Q0ZAZVHD6948-k8HF-U11101807030650TdH-1024x576@LaStampa.it

Germania, Portogallo e Spagna li accoglieranno. I Paesi dell’Est dicono no. Le navi con i naufraghi ancora in rada a Pozzallo: sbarcano donne e bimbi

LAPRESSE

Il ministro dell’Interno e vicepremier italiano Matteo Salvini fotografato ieri allo stadio Luzniki di Mosca, dove ha assistito alla finale dei mondiali vinta dalla Francia contro la Croazia. Alla sua destra gli ex calciatori David Trezeguet, Laurent Blanc, Christian Karembeu e Marcel Desailly

GRAZIA LONGO ROMA  http://www.lastampa.it/

Il ministro dell’Interno ha autorizzato lo sbarco di tutti e 451 migranti delle due navi in rada davanti a Pozzallo. La svolta è arrivata ieri notte, dopo che che l’Europa ha risposto in maniera positiva alle sollecitazioni del nostro presidente del consiglio.

I tanti «sì» incassati, dimostrano l’importanza della linea della mediazione politica avviata da Giuseppe Conte. Germania, Spagna e Portogallo (dopo il consenso dell’altro ieri di Francia e Malta) hanno dato la disponibilità ad accogliere 50 migranti a testa. E anche il Belgio sembra sulla via del «sì».   

«Un grande successo politico» afferma orgoglioso Matteo Salvini che, sull’onda dell’apertura europea, ha acconsentito allo sbarco dei 451 migranti a bordo della Protector del dispositivo Frontex e del pattugliatore Monte Sperone della Guardia di finanza, mentre fino a tarda sera aveva previsto solo quello di una cinquantina tra donne e bambini.  

Ma c’è un ma. Rappresentato dai Paesi di Visegrad che respingono al mittente le richieste di solidarietà alla base della politica della redistribuzione chiesta dal nostro premier con una lettera inviata agli altri 27 leader europei.  

Futuro incerto, dunque, per quanto riguarda la Repubblica Ceca e l’Ungheria. Lapidario su Twitter il primo ministro della Repubblica Ceca Andrej Babis: «Ho ricevuto la lettera del premier italiano Giuseppe Conte in cui chiede all’Ue di occuparsi di una parte delle 451 persone ora in mare. Un tale approccio è la strada per l’inferno.

Il nostro Paese non riceverà alcun migrante, l’unica soluzione alla crisi è il modello australiano, cioè non fare sbarcare i migranti in Europa». Netta anche la posizione dell’Ungheria. Istvan Hollik, portavoce del gruppo parlamentare di Fidesz, il partito del premier Viktor Orban è categorico: «L’Ungheria non accoglie nessuno.

Gli elettori ungheresi si sono espressi chiaramente alle ultime elezioni: non vogliono vivere in un Paese di immigrati». Rincara ulteriormente la dose, ribadendo che «gli ungheresi rifiutano il piano Soros», in linea con la teoria sostenuta dal governo ungherese che considera navi Soros quelle che salvano migranti in mare. 

L’appello alla Cei  

Salvini dal canto suo, dopo che due navi di Open Arms si sono di nuovo dirette verso la Libia, insiste sul fatto che «le Ong potrebbero risparmiare tempo e fatica perché i porti italiani non sono disponibili.

In Italia ci arrivi solo se hai il permesso, non siamo più il campo profughi del mondo». Una posizione stigmatizzata dal capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio: «Con lo stop ai soccorsi delle Ong sono raddoppiati i migranti morti in mare. La criminalizzazione dei soccorritori è violenza inaccettabile.

Il ministro degli Interni non dovrebbe seminare odio e pregiudizio». E una campagna di sensibilizzazione in tal senso viene attivata anche dal mondo del volontariato. Un gruppo di operatori della Chiesa firma un appello alla Cei: «Sono sempre più dilaganti cultura del rifiuto, paura degli stranieri, razzismo, xenofobia; cultura avallata e diffusa persino da rappresentanti di istituzioni».  

I passeggeri sulle due imbarcazioni erano così ripartiti: sulla Monte Sperone della Gdf 266 migranti: 180 di nazionalità eritrea, 44 dalla Somalia, 5 dalle Isole Comore, 2 dall’Etiopia, 13 dalla Nigeria, 11 dal Madagascar, 4 dalla Palestina, 3 dalla Siria, 3 dalla Costa d’Avorio e uno dal Sudan. Sulla Protector di Frontex 185 migranti: 107 di nazionalità eritrea, 50 somali, 10 dal Camerun, 6 dalla Libia, 4 dal Bangladesh, 4 dalla Nigeria, 2 dall’Algeria, 1 dall’Egitto, 1 dalla Tunisia.  

“Siamo sulla via giusta”  

Il capo del governo si smarca dal braccio di ferro innescato da Salvini e insiste sulla ridistribuzione dei migranti nonostante l’opposizione dei Paesi di Visegrad. «Questa è la solidarietà e la responsabilità che abbiamo sempre chiesto all’Europa – scrive Conte su Facebook – e che ora, dopo i risultati ottenuti all’ultimo Consiglio europeo, stanno cominciando a diventare realtà».

I sì di Malta, Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Belgio gli danno ragione. Ma esulta anche Salvini: «L’ho sostenuto sin dal primo giorno di insediamento: l’Italia non può essere lasciata sola dall’Europa».  

LEGGI ANCHE – Praga attacca: “Non prendiamo migranti, quella italiana strada per l’inferno”. Chiude l’Ungheria