A Maria Rosaria Madonna.
Il distico è una costrizione. Punto. Fattene una ragione.
Ora sei nella merda. Ma questo io non lo scriverei.
«L’ennesima azione inutile. Che non mi procurerà denaro.
Che inizio e non finirò».
Devo poter leggere mentre scrivi. Non esistono prima o poi.
Non avanzare scuse.
Invece che all’aeroporto mi trovo davanti alla stazione ferroviaria
in disuso. Indosso un cappellino beige, ho trent’anni.
Oltre all’ora segnata sull’orologio della stazione, ho in mente
i numeri di molte pagine. Libri e giornali.
5,5 – Pagina 5, a metà del quinto rigo: “Infatti decisi di pubblicare
senza indugio”.
Perché di monti e nuvole non resta un’impronta. Spariscono
anche i cadaveri. Nessun treno qui arriverà mai.
Aspetterò seduta in un bar immaginario, sorseggiando
il Tè dei morti scritto da quella tua amica.
E tu sbrigati ad arrivare.
…
«Di chi sei figlia, e di chi sei madre?»
Del vento in arrivo…
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