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Da sabato 4 agosto 2018 a Palazzo Chiabrera, Via Manzoni 14 – Acqui Terme, è aperta la mostra personale “MILLE. 20X20” curata da Piero Racchi. L’esposizione resterà aperta sino al 19 agosto con il seguente orario: da martedì a sabato 17.00 –20.00 e domenica 10.00 – 12.00 e 16.00 – 20.00 (chiuso il lunedì).

Mai come in questo periodo in cui la natura sembra ribellarsi – con manifestazioni drammatiche – contro i soprusi perpetrati nel tempo dalla mano dell’uomo, la ricerca artistica di Piero Racchi risulta attuale. Nelle sue opere dal titolo “natura e artificio” la natura tenta di riconquistare terreno a discapito dell’artificio attraverso l’azione espansiva della vegetazione, che copre progressivamente la superficie metallica del marchingegno meccanico.

L’azione di rivalsa da parte della Natura non assume però le forme della catastrofe, bensì quelle della rinascita, della riappropriazione dell’habitat peculiare, e questo grazie all’uso da parte dell’artista di colori vivaci, brillanti, resi tali dalla verniciatura che simula la levigatezza e la lucidità della porcellana.

L’azione di penetrazione della vegetazione acquista forza ed evidenza grazie al ricorso di una tecnica polimaterica in cui si fondono elementi naturali e artificiali. Il discorso delle opere di Piero Racchi finisce così per trascendere la riflessione sul rapporto tra uomo e natura sconfinando in un ragionamento sul significato stesso dell’arte.

Arte, il cui scopo è da sempre quello di riprodurre la natura, in maniera più o meno mimetica a seconda delle epoche storiche. Arte, la cui etimologia latina “ars” ci richiama ai concetti di mestiere, abilità, perizia, che sono gli strumenti con i quali l’uomo tenta di ricreare la natura attraverso la simulazione, l’ ”inganno”, ancora ars in latino.

La pitto-scultura di Piero Racchi dichiara quindi la centralità del rapporto uomo-natura non solo nella nostra esistenza quotidiana, ma anche relativamente al ruolo dell’arte, il cui fine primo è quello di far maturare la consapevolezza del senso della vita stesso. “ Natura e artificio” risulta un forte monito a un senso di responsabilità nonché un gioioso auspicio di una rinascita della natura, perché è ormai chiaro che gli ingranaggi del meccanismo progettato dall’uomo si sono inceppati.

Storica dell’arte Chiara Salanti

L’attività compositiva di Piero Racchi lascia intendere degli spasmodici proponimenti sperimentali connessi alla volontà assemblatrice tra la classicità plastica e contemporaneità espressiva.

Assistiamo dunque, a tale possibile contrasto, il quale grazie ad una sapiente valorizzazione dell’elemento simbolico diviene esempio degnissimo d’eccelsa simbiosi costruttiva.

L’attingere dal quotidiano diviene occasione di rivisitazione formale di un modus operandi superlativo. Le opere di Piero Racchi attraggono sia per l’evanescente briosità cromatica che per l’allegorico messaggio in esse contenute.

Un visitare la nostra oggettività attraverso gli occhi e l’animo di un artista poliedrico e superlativamente sagace.