La maggioranza può decidere di agire, non senza proteste, su 466 misure per 54,2 miliardi Si fa strada l’idea di imitare l’ex ministro Tremonti: taglio lineare del 5/10% di tutti i bonus

ROBERTO GIOVANNINI ROMA

Lo Stato ha bisogno di molti soldi? Si può cercare di azzerare l’evasione fiscale , che vale dai 130 ai 270 miliardi di euro l’anno. Oppure, asciugare un poco l’oceano delle agevolazioni fiscali – dette anche spese fiscali, tax expenditures – che nel corso dei decenni, per ragioni giuste o sbagliate, governi e Parlamenti hanno varato per sostenere un settore, una categoria, un territorio, un pezzo di elettorato. Lo ha detto esplicitamente il ministro dell’Economia Tria in una recente intervista.

Lo sanno anche i leader di Lega e Cinque Stelle, Salvini e Di Maio, che si trovano di fronte al classico dilemma dei loro predecessori: far calare la mannaia sulle agevolazioni, e rischiare di fare i conti con la protesta dei settori e degli interessi che verranno toccati, oppure rinunciare a questo possibile tesoro, come si è fatto finora?  Parliamo di un vero e proprio mostro: nell’ultima rilevazione complessiva ufficiale – risalente al 2012, governo Monti – venne quantificato in ben 720 misure, sconti, bonus o regimi eccezionali per un valore complessivo di 253 miliardi di euro.

Dentro questo magma di tasse che lo Stato decide di abbonare ai contribuenti c’è letteralmente di tutto: dalle detrazioni per figli a carico o per lavoro dipendente (che da sole valgono rispettivamente 10,5 e 37 miliardi) a misure francamente conosciute solo dai diretti interessati… continua: Dai tendoni da circo al magnesio, le agevolazioni fiscali nel mirino – La Stampa