LiberaMente, Vanessa Romani

LiberaMente

Sorride tanto, ride alle battute che fa per sdrammatizzare quei momenti tesi.
Ride, ma nessuno lo ascolta e lui lo sa, se ne accorge e questo lo percepisco dal modo in cui poi posa i suoi occhi su quell’unica persona che per un’unica volta ha riso con lui.

Siamo soli,
siamo infinitamente soli eppure circondati da tanti che come noi vorrebbero fuggire e riprendersi un pezzettino di vita.

Lui prende le sue dita e le stropiccia, dicendo intanto “sì” a qualsiasi cosa gli venga chiesto. Dice sì sorridendo, e io lo sento quel cuore che, ad ogni “sì”, si stacca un po’ dal petto.
Abbiamo cuori a penzoloni e cervelli poco attenti alle questioni del cuore che nemmeno ce ne rendiamo conto.
Prende una penna e comincia a giocarci, ci gioca nello stesso modo compulsivo con cui il mondo gioca spesso con le nostre vite e con la paura di essere noi stessi.

Io vorrei abbracciarlo a volte, vorrei abbracciare quella paura che a volte è anche la mia. Vorrei abbracciare quel modo goffo e tenero di stare al mondo, che è un po’ come il mio, che mi appartiene più di quanto lui stesso non pensi.
E che in fondo appartiene a tutti noi…