Vita da pescatori, di Mariella Bartolucci

Poesia
Vita da pescatori

Li ho visti un giorno
al porto di Fano,
con i volti bruciati
dal sale marino.
Le mani nere
arse dal sole
e gonfie,
a forza di tirar su reti
di un pescato
spesso limitato.

Sembravano già vecchi
e consunti
invece erano giovani padri./

Il loro destino è legato
ai venti
come lo fu quello
dei compagni di Ulisse
quando aprirono
la sacca segreta!

La Bora e il Garbino
qui nell’Adriatico
son di cattivo presagio,
come Ettore e Achille
quando animosamente
si dispongono
alla battaglia.
Sono venti tremendi
feroci come i due eroi greci,/
che si oppongono
l’uno contro l’altro.
I pescatori li temono
ma li affrontano
in alto mare
con valoroso coraggio.

Lì sulla barca
se li coglie
la “gulfata ” improvvisa
il destino si
compie.
Tale è la forza del mare,
sospinto da due venti
che i barchetti
neppure in porto
fa rientrare.

Allora
rabbia
dolore
compassione
innondano gli animi
dei vivi
a quello strazio.

L’attesa è lunga

per ritrovare i corpi

di chi ha fatto

naufragio.

Madri, mogli e figli

arenati come statue

stan per giorni sugli scogli ,/

e a volte gli par

di scorgere la barca

dei perduti familiari.