Differenza, razzismo, ignoranza, di Valerio Villari

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Esiste qualcosa che da sempre non riesco a comprendere: le differenze!
La differenza, cito dal dizionario, è quella “Qualità o condizione per cui una o più cose o persone si trovano in rapporto di totale o parziale diversità.“, ora assodato questo, la cosa che mi stupisce nella società odierna, meglio nel modo d’intendere attuale, è il carattere negativo che a questo sostantivo viene, adesso, attribuito.
Personalmente, questa la mia premessa, sono tra quelli che vede la “differenza” come una ricchezza e non come qualcosa di spregiativo, ma detto questo, possibile che nessuno si renda conto, come questo concetto è alla base della civiltà stessa e che attualmente è il termine più sfruttato da tutti media per fare audience?
La differenza è, oggi, pane per molte persone e non c’è da stupirsi di questo, occorre invece prenderne atto ed elaborare la questione nel modo più appropriato.
E’ diverso il maschio dalla femmina. E’ diverso l’eterosessuale dall’omosessuale. E’ diverso, per diversi e molteplici fattori, culturali ed ambientali, il vicino di casa, figuriamoci chi proviene da un altro stato o città. Si, chiaramente, siamo tutti essere umani, ma proprio perché individui, siamo diversi uno dall’altro.

Mi infastidiscono stereotipi, ormai di uso comune, che vorrebbero etichettare qualcosa o qualcuno, faccio un esempio: il “femminicidio”, la legge tanto voluta ed ottenuta dalla forte volontà popolare, non implica di fatto una differenziazione tra “femmina” appunto, e “maschio”? Ditemi che così non è, e rinuncio alla mia qualifica di essere umano. Se dal punto di vista della sicurezza sociale, questa legge può avere la sua validità, da un punto di vista morale, ma anche obiettivo, pone l’accento sulla differenza maschio-femmina ed allora non riesco più a spiegarmi il senso di anni e anni di lotte femministe per giungere ad una parità di genere, ma questo è un mio pensiero, forse stupido e comunque, anche in questo caso, a far da padrona è la differenza.
E continuo, se un sindaco non sposa una coppia omosessuale, ecco che la notizia fa subito scalpore, tutti gridano allo scandalo ed ancora una volta, ma pare che sia il solo, o tra i pochi, a rendermene conto, si pone l’accento sull’omosessualità e non sul diritto di contrarre matrimonio, volontà che, inoltre, personalmente ritengo stupida ed io, in questo senso, stupido lo sono già stato.
Ed ancora, argomento tanto attuale quando monotono, ormai, si dice “immigrati” etichettando, differenziando, un essere umano dall’altro, ma anche questa diventa una considerazione banale: le etichette, ormai sono la norma!
Sono convinto, che le differenze, come già accennato, sono ricchezza e che non dovrebbero mai essere utilizzate per scopi diversi da quelli naturali: io sono bianco, tu sei nero, siamo diversi ma siamo entrambi umani; io sono eterosessuale tu sei omosessuale, siamo diversi, ma siamo esseri umani e l’elenco potrebbe continuare per molto ancora.
Odio la propaganda omosessuale, i gay-pride, tanto per fare un esempio, ma al contempo odio quella dei movimenti femministi o di altro genere, odio il nero che dice di essere trattato male perché nero, ormai è moda, e non perché, forse, il suo comportamento non è consono ad usi e costumi dal luogo dove si trova ed a proposito di quest’ultimo aspetto; integrazione è azione che parte da chi giunge non da chi c’è, ed ancora la “tolleranza” è fatto negativo; tollerare non è accettare. L’intolleranza è più che naturale quando qualcosa o qualcuno viene imposto, in un modo o nell’altro, e non è fatto negativo, ma espressione della propria libertà (di tollerare o meno…).
In conclusione, le differenze sono oggettive, obiettive e vanno accettate, non strumentalizzate come attualmente avviene e ve lo dice uno che sulla sua pelle vive una forte intolleranza da parte della società: io sono un ex-detenuto ed ancora oggi, le leggi di questo paese, limitano la mia capacità di auto-determinazione, nonostante abbia pagato, giustamente, la mia colpa.
Chi cade nelle mani della giustizia, per colpa, come nel mio caso, o meno, allo stato attuale delle cose, a meno che non abbia una forte capacità di elaborazione di determinati concetti, non sarà mai uguale ad altri cittadini, è e resterà sempre, un diverso e limitato nelle sue scelte di vita.
Detto tutto ciò, concludo: essere diverso è bello e non me ne frega niente di chi pensa che questa mia idea possa definirsi come una velata forza di razzismo; il solo pensiero mi disgusterebbe e comprenderei di avere a che fare con un ignorante della peggiore specie e sappiatelo, tanto per essere corretti, che non accetto, oggi nel 2018, alcuna forma d’ignoranza da parte degli esseri umani che vivono in stati progrediti come il nostro; la ritengo una scelta volontaria, deprecabile e che non merita alcun rispetto.

Valerio Villari
15 Agosto 2018

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