L’ASSEDIO, di Carmela Fiore

L’ASSEDIO

In quel monologo, solo parole rotte da singhiozzi.
A distanza, spine mi bucavano e mi svenavano,
perdevo l’eqiilibrio nell’attesa spasmodica.
Nella stagione dei sensi ti regalai innocente fiducia.
mentre una passione scarlatta copriva i nostri corpi.
Fluttuava il sangue nelle vene, in una tempesta incredibile
e, dall’abisso della passione, eruttava la sua forza.
Come persa, in guizzi lussuriosi, le carezze lasciavano tracce.
Andavo sprofondando in una voragine,
e, nulla fu più detestabile di me.
M’ingannavo per la bramosa voglia di una passione,
dove,un gioco sensuale, mi dominava.
Possedevo l’intima percezione dei miei sensi,
ma non riuscivo a mantenere l’integrità.
Andavo oltre, iberandomi della coscienza.
e nei suoi meandri, mi nascondevo.
In me respiri, come cascate, a riparare il danno dei desii.
Invocavo il tramonto della passione,
ma, l’amore, sdegnato, non cedeva,
e,le mie labbra, mormoravano il prodigio.
Una pioggia di brividi sulla mia pelle,
tremavo.. assediata dalla lussuria.

LINA FIORE