PRELUDIO
Già dormono le stelle
e cantano nei campi
gli aspri gorghi, dal cielo
trottano acidi lampi
e nella solitudine
di merli spaventati
s’odono le strozzate
grida, onde di fiati
della gremita piazza,
l’orchestra degli stormi
si gela di paura
e si cela sui cormi,
ma il vuoto strugge e romba
torchiando in quel di rami,
mutando nella tomba
i pallidi richiami
e tace dopo un ultimo
pigolare incauto
e poi il verdetto, l’ultimo
tramestio di flauto –
ah, qual silenzio d’oro!
S’inchinano alla morte
i villani e gli eroi
giacché proprio la morte
è la democrazia,
che miete con la falce
immeritati doni
dall’uguaglianza in calce,
leggendo la postilla
la voce di civetta
eterna che s’impone
sull’ignoranza
gretta.
Sono onorata.
…però qualcuno avrebbe potuto chiedere. Comunque… il link, sul mio blog, alla poesia è il seguente:
Preludio