Di Maria Luisa Pirrone

Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, è un luogo incredibile, profondamente siciliano e, insieme, marcatamente multietnico.

Il suo territorio fu il primo in Sicilia ad essere conquistato dagli Arabi nell’anno 827.

Di questa importante pagina storica è rimasta una kasbah dove dagli anni ’70 del ‘900 in poi è tornata a concentrarsi una forte immigrazione di persone provenienti dal Maghreb e impiegate soprattutto nella pesca e in agricoltura.

La comunità è cresciuta giorno dopo giorno e la sua presenza oggi è così importante che il 15% degli abitanti della città è di religione musulmana e la metà circa degli equipaggi degli oltre 350 pescherecci locali è di origine nordafricana.

La moschea locale è una delle poche in Italia dove si chiama alla preghiera cinque volte al giorno con il tradizionale canto del muezzin.

Le insegne bilingui dei negozi e dei luoghi pubblici sono, forse, la peculiarità che più salta agli occhi del visitatore esterno, oltre all’intreccio di volti e vicoli nell’affascinante kasbah, in cui negli anni si sono via via aggiunte, mischiate e sovrapposte altre immigrazioni dall’Europa dell’Est e dal resto dell’Africa.

E se tutto questo non è bastato a stupirvi, Mazara vi saluta con un tramonto senza tempo e senza confini, come la sua identità.

 

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