“Facciamo l’uomo “, di Giuseppe Scolese

Il legno della croce è stato smembrato. Compagni del cielo che nessun dio ha svelato, non avete pietà per quel nazareno, che molto prima di voi giudicò il mondo osceno.
Non potete servire due perfidi padroni, il denaro rubato non nega il dolore e il dio che tenta la tua statura e ride per la tua disonesta sciagura.
All’inizio delle cose nascoste e svelate c’era il dio che dispensa l’amore, che vi fece poco meno di quel cherubino che poi vi cacciò dal vostro giardino.
E divise quel dio il limite giusto perché gli somigliavi e come lui
creavi, o Adam decidesti con la tua misura di sottrarti al dolore
e alla giusta paura.
Hai invidiato a Dio i suoi desideri, hai voluto vedere quel che non puoi vedere, ti sei avvicinato molto al grande trono, sei
precipitato nel vento del firmamento.
Ma lei gli bagnava i piedi col profumo, mentre il maschile
era solo fumo. Lei battezzava i piedi dell’uomo, mentre il
figlio del Dio dispensava il perdono.
E sotto quel legno che è stato smembrato la prediletta
del giusto piangeva, per quel figlio dell’uomo che si fece
figlio del Dio, a cui cari compagni cerchiamo consiglio.
E nascosti dentro la mite navicella domandiamo risposta
alla nostra natura, sebbene quel grido che giunge da lontano
” facciamo l’ uomo ” ci tiene ancora per mano.

Giuseppe Scolese
20-09-2018