di Pier Carlo Lava. Alessandria

Un Governo che non si preoccupa di dare lavoro ai giovani che sono costretti ad emigrare per cercare un futuro, che non pone alcun rimedio alle diseguaglianze sociali che hanno raggiunto livelli insopportabili e ingiustificati in una società civile, con milioni di poveri e pensionati al minimo che fanno la fame, non è un Governo della gente comune ma solo di alcune fasce sociali minoritarie e più abbienti del paese, che nonostante la crisi di questi anni si sono ulteriormente arricchite, perciò non merita di essere riconfermato e questo indipendentemente dal colore politico.

Gli immigrati che sbarcano sulle coste della Sicilia quando partono evidentemente non sanno ancora che l’Italia non è più il bel paese anche se nella loro situazione è sempre preferibile cercare di fuggire in qualsiasi modo anche rischiando la vita, da paesi come Siria, Libia, Iraq, Nigeria, ecc., dove oltre alla fame si rischia ogni giorno la vita. 

La crisi perdurante dal 2008 è ampiamente certificata dai dati Istat che evidenziano, oltre alla disoccupazione, in particolare quella giovanile, una costante perdita del potere di acquisto negli anni di stipendi e sopratutto delle pensioni.

Questa situazione sta spingendo molti giovani italiani e non solo ad emigrare verso altri paesi nei quali sussistono maggiori possibilità di trovare lavoro, Europa, Stati Uniti ma anche Argentina, Australia, Canada, Cina e persino negli Emirati Arabi.

Le aree del nostro paese dalle quali partono il maggiore numero di giovani italiani in cerca di un futuro migliore sono: il Nord Italia (Lombardia e Veneto) ma la maggior Regione per flussi assoluti è la Sicilia e al quarto posto la Campania. Le partenze prevalenti dal Nord Italia sono verso il Regno Unito mentre dal Sud sono verso la Germania.

Alla luce dei dati sopra indicati emerge ulteriormente che l’Italia non è più un paese per giovani e purtroppo nemmeno per anziani dato che milioni di  italiani hanno pensioni da fame.

In questo contesto fa da contrasto il fatto che in questi anni di crisi il 10% degli italiani che detengono oltre il 50% della ricchezza del paese hanno ulteriormente visto crescere il loro patrimonio.

Una diseguaglianza mai così elevata negli ultimi decenni fra le classi sociali, alla quale pare che nessun Governo, indipendentemente dal colore politico abbia mai saputo o voluto porre nemmeno un minimo rimedio.