Parlai con il delfino, di Valerio Villari

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Arte & Poesia

Vi amo figli e figlie
come si ama il giorno,
come si ama la vita,
vi amo, voi che siete,
siete il mondo
e la pianura dove
con l’erba danzo
spinto dal vento,
dal vento del sapere.

Siano sempre luce
i vostri occhi;
anche quando
andrò via, non
lasciate che
scivoli via il
bagliore del sole
che avete nel cuore.

Abbiamo bisogno
uno dell’altro,
delle mani dell’altro,
della bocca dell’altro,
viviamo
se pulsa il cuore
dell’altro,
se cammina,
mai stanco,
il corpo dell’altro.

Utopie sembrerebbero
queste bramosie,
ma bramo,
oh si bramo,
di mare,
del mare
che non sia male
e bramo
di suoni,
di suoni
che non siano pianto
e bramo
di pioggia,
di pioggia da bere
e voglio attraccare
nel porto proibito
con il cuore accorto,
accolto da un
cuore colto,
coltivato come
il fiore profumato
sotto un cielo
stellato,
non inquinato.

Mi mancano
le note dei gabbiani
che seguivano
le navi e
sono stanco
di urlanti mani
dal profondo
di quei mari
che non sono più
salati,
non sono più
solcati, ma
traditi,
seppelliti e

lo so, lo so
perché parlai
con il delfino
triste,
non più curioso,
che non voleva più
essere dipinto
dagli ipocriti pittori,
e mi disse che i colori,
i colori del mare,
lui voleva nuotare
e non quelli
del sangue,
delle lacrime
dei digiuni
che avrebbero
dato ricchezza
agli altri,
gli altri,
gli altri sazi.

E poi andò via
con tutta l’umana
anima mia
e mi ritrovai
bagnato di sale,
odorante di male
e tacqui,
tacqui ogni giudizio,

oh, umano vizio,
quello del ricco
possidente
che della vita
ha compreso poco,
quasi niente.

Dolore e terrore!
Umanità e Amore!

Ma solo nei racconti
delle parole dei poeti,
che l’amor scrivono,
mentre altri ridono.

Eppure,
eppure è tanta la bellezza,
è gratuita,
non dobbiamo,
non dobbiamo
comperarla e
ci affanniamo
con caparbia ignoranza,
senza alcuna lungimiranza
a non ammirarla,
a non rispettarla,
a non vederla
negli occhi bianchi,
ché tutti quelli
del mondo così sono,
degli uomini stanchi.

E adesso sono stanco,
però,
vi amo figli e figlie,
come si ama la notte,
come si ama la vita,
come le verdi foglie
di questo autunno
delle menti,
di questa foschia
culturale,
che con forza
ancora combattono,
restando salde
al ramo della quercia,
forte di radici
della nostra esistenza.

Valerio Villari
15 Luglio 2018

[Immagine: Nicola D’Adamo in arte “Il d’AdAmo” – Delfini nel mare di Vasto – 2001 – olio su tela, cm 80 x 100]