Io non comprendo, di Valerio Villari

Arte & Poesia

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Io non comprendo di Valerio Villari

Non ho ancora compreso nulla
e vorrei tutto il contrario,
ma, forse, non è giunta ancora l’ora
di farne un discorso serio,
come lo sarebbe la mia terra brulla
dove ho seminato, anche io, il grano
del mio nero pasto quotidiano.

Vorrei comprendere tutto,
ma non sono abbastanza intelligente,
sono arrivato dal mare e non so niente
e così mi vedrò ad urlare costretto,
per farmi ascoltare da voi sana gente.

Se io non comprendo qualcuno
per forza di cose
deve essere qualcosa,
un ragionamento,
d’intelligenza digiuno,
si, proprio come le cose

e non voglio contraddizioni
o ragionamenti poco umani,
siamo già in tanti ad essere irrazionali,
ciò che desidero sono stati emozionali.

Non ho ancora compreso
questo mondo a senso unico,
del ricco e del povero incompreso,
il pensiero diretto, leale, e quello pudico.

Voglio solo attraversare il mare
senza il rischio di affogare,
voglio trovare una città
senza le assurde velleità

di idee ignobili e razziste,
di pretese politiche qualunquiste,
una casa, semplicemente,
per far vivere i miei figli,
come i vostri, umanamente.

Valerio Villari
Luglio 2018

[Immagine: “Gli emigranti” (1895) del pittore Angelo Tommasi sintetizza con molta efficacia il fenomeno migratorio che ha caratterizzato la seconda metà dell’Ottocento postunitario. La moltitudine di barche a vela e la folla di emigranti bene esprimono, nel dipinto, la vastità del fenomeno: intere famiglie o gruppi di uomini, umile gente macerata da una vita di stenti, con la malinconia sul viso e la speranza nel cuore, si apprestano al grande viaggio che durava almeno 15 giorni in condizioni molto disagiate, se non inumane. La banchina è gremita di contadine, commercianti e artigiani che cercano di riposarsi; una contadina pensosa si sorregge il capo con la mano, altre allattano o, incinte, accarezzano dolcemente il grembo. Il dipinto è collocato nella Galleria di Arte Moderna di Roma. (AV)]