da Maura Mantellino

E’ appena uscito un bellissimo libro di poesie di Maria Immacolata Contini intitolato Monologo – Antologica Atelier Edizioni. Dalla prefazione a cura di Lucia Lanza:

Spesso i poeti si raccontano come in un diario: così è per M. Immacolata Contini che raccoglie in questa silloge molte parole dedicate al suo vissuto, alle persone che le stanno intorno. Per il lettore è sempre un tesoro incontrare, anche tra le righe, quell’aria poetica che traspare nella vita. “Son fatta di radici e foglie verdi, resisto alle intemperie e ai mutamenti, ma i miei rami cambiano, come le stagioni” La poetessa si muove in scrittura a verso libero o rimato, come in appunti che vanno conservati nella memoria della pagina: “Ci son momenti in cui il pensiero si disperde, e ripercorre al contrario il suo cammino, momenti di nostalgica amarezza”. MONOLOGO è silloge a voce unica e racconta vari momenti di vita vissuta e sperata. Una lettura scorrevole e sincera. 

Ed ecco:

Vento

Sarò vento,

refolo lieve 

di un’età fanciulla,

dentro stagioni 

solo di fiori e neve

Forte maestrale,

che sferza onde, 

schiuma di mare

Sulla battigia riarsa

Sarò brezza leggera 

quando la sera 

diventerà più scura,

e su nel cielo 

saranno solo stelle

MACOMER

Ti vedo sovvenir ridente colle,

vecchi anni allo sguardo mi dimostri,

mi sento già vicina alle tue porte,

se da lontano il campanile mostri

E quando ripercorro le tue strade

compagne adolescenti dell’estate,

ritorno ragazzina dentro al cuore,

sento nostalgie mai dimenticate

Il grande parco e l’albero maestro,

giochi d’infanzia al calar della sera

quando al tramonto la calura estiva

affievoliva nell’aria più leggera

La casa della nonna sulla via centrale,

l’orto, l’albero del fico e il melograno,

squarci di vita, rimembranze antiche,

dentro ricordi che viaggiano lontano

E come allora ancor oggi ti ritrovo

con l’animo più greve e con gli affanni,

ma sempre tu mi resti dentro al cuore

diletto paese dei miei verdi anni

Due liriche nelle quali possiamo riscontrare momenti di serenità e di fiducia nella vita. ‘Vento’ è tutta una suggestione pura di parole che diventano quasi suono e musica intimistici. In Macomer, invece, vive quel motivo del ricordo inteso come modo di essere, come emozione del passato, come ricerca esistenziale. La lirica si regge tutta su suggestioni visive e quasi coloristiche, sulla  ricerca di voci basata su un immenso sentimento di amore.

Nella seguente silloge, non inserita in MONOLOGO, vi è una tensione espressiva, metaforica, quasi mistica. Un momento di angosciosa e drammatica tensione emotiva. 

A DIO

Dimmi dove sei,

ti cerco tra le pieghe

di un’alba addormentata,

tra le macerie di una terra 

che non ha più fiori,

dimmi dove sei,

quando il pianto di un bimbo

si confonde con il mare,

o quando una madre

non ha più lacrime

da consolare,

ti cerco 

nei colori della sera,

quando lo sguardo

scorge già la luna,

e il mio pensiero

diventa una preghiera

Dimmi dove sei

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