Forse non fu il solitario silenzio
Che spesso vibra di suoni fecondi
Ma la tirannide d’orgoglio
Nella mescita di smisurato ego
A seminare i fiori secchi
D’un ricordo d’infanzia
E d’adulte confidenze.
Tra muri liquidi di specchi
Non capivi d’esser sola
Nel riflesso la parola genuflessa
Ai tuoi lucidi rossetti.
Malcelata vanità
Tradisce convinzioni
Getta asfalto sopra il campo
Dove cadono i narcisi.