E così arrivò l’autunno, di Giuseppe La Mura
E così arrivò l’autunno
i colori si smarrirono lungo i viali d’un tramonto
Restiamo tinti d’arancio e giallo.
Le matite
Con le quali dipingemmo l’estate le consumammo
ma non dimenticammo i nostri baci incisi nel cuore.
Quelli restano lì,
Inchiodati come foglie alle radici
Come il verde lega la speranza
e mi ricordano e mi parlano sempre di Te
di quando eravamo a letto
di quando fumavano dopo aver fatto all’amore
Degli abbracci e dei silenzi
Del prosecco e dell’ardore.
Ni ricordo i tuoi baci
Dati di nascosto ti sotto le coperte
avvolti come nodi
Che si stringono alle bianche lenzuola
Mi ricordo i nostri corpi nudi
A scrivere indelebilmente
Cosa fosse per noi il calore dell’amore.
E ora vedo una panchina
vuota,
e le riempio dei ricordi che ho di noi
Di Te
che prendi le mie infreddolite labbra
e le porti sulla tua bocca
a raccontarmi i segreti del tuo cuore
a farmi vedere le tue nude fragilità di Donna.
Quanto sei bella,
Dio mio,
non sapevo che potessi mancarmi così tanto
da impazzire, da sognarti, da desiderarti
Da amarti sempre
e oggi ancora di più.
sei sempre qui con me,
non ti lascerò mai,
Perchè sei tutto per me
Tutto quello che ho voluto
E che ora non ho
perchè è con Te che ho fatto l’amore l’ultima volta
e non voglio dimenticarti mai più
anche se non mi hai voluto
E non mi cercherai più.
Giuseppe La Mura ott 2018
testo: copyright legge 22 Aprile 1941 n°633
photo: Web
grazie 🙂