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di Francesca Ottobre

  • Titolo: Le rose non si usano più
  • Autore: Jacopo Cirillo
  • Editore: Add Editore
  • Data di pubbblicazione: 12 Ottobre 2017

Quando si pensa a Massimo Ranieri ci vengono in mente immediatamente due sue canzoni: Rose rosse e Perdere l’amore. Ne ha cantante molte altre e anche molto belle, ma come scrive Jacopo Cirillo lo leghiamo solo ed esclusivamente a questi due suoi successi e se a bruciapelo chiedessimo il nome di una terza canzone probabilmente non saprebbero neanche cosa rispondere.

Jacopo Cirillo è della classe 1982, poco più grande di me. Tutto avrei pensato di un ragazzo della sua età tranne che di questa passione smoderata per Massimo Ranieri. Come se io vi dicessi che da adolescente invece di sbavare sotto ai poster dei Backstreet Boys amassi alla follia i Pooh. Chiariamo, non è solo una questione anagrafica, ma anche di estetica e contenuti. Ranieri ha vent’anni e la faccia da ventenne, ma per tutto il resto è già un adulto. Ecco il punto: un adulto nel corpo di un ragazzino che cantava canzoni per adulti che però stregano un bambino di cinque anni una domenica come le altre dopo il tradizionale pranzo con i parenti. È in una di quelle tante classiche domeniche che un bambino sente per la prima volta la voce di quel cantante cantare in quel dialetto non proprio che aveva ormai imparato a furia di sentirlo sempre.

Sembra o no una storia d’amore questa? Il classico colpo di fulmine che invece di scattare tra un uomo e una donna scatta tra un bambino e un cantante. Una storia che durerà di più di quelle tra un uomo e una donna perché nel frattempo il bambino è cresciuto ma il suo amore per Massimo Ranieri non è cessato, anzi, è costante con alti picchi e tentazioni di contagio e giusto un breve periodo di negazione rientrato e risolto.

Senza il duro lavoro non si va da nessuna parte, ma senza talento non si può nemmeno incominciare. E il talento non è quello di cantate, d’attore o di regista, il talento è elasticità, intelligenza e adattabilità, soprattutto verso se stessi.

La passione verso il proprio idolo non si può spiegare sempre, tutto ciò in cui sono coinvolti i sentimenti smette di essere razionale. Le rose non si usano più non è una biografia su Massimo Ranieri, non c’è un autore che cronologicamente ripercorre la vita e la carriera di un personaggio noto. Per quello c’è Wikipedia o la biografia che Ranieri stesso ha scritto qualche anno fa. Questo libro è il racconto di quanto determinante sia stato questo artista per questo autore. Che Massimo Ranieri fosse un ottimo cantante, un talentuoso attore teatrale e cinematografico e uno straordinario animale da palcoscenico (uno dei migliori, ricordiamolo più spesso) questo lo sappiamo già e non ci voleva Jacopo Cirillo a metterlo in evidenza. Raccontato però attraverso le sue storie, i suoi aneddoti e insomma la sua vita oltre ad essere diverso e innovativo fa anche molto effetto. Se uno vi raccontasse che durante un viaggio in Croazia ha costretto i suoi amici a sentire le canzoni di Massimo Ranieri che pensereste? E se questa stessa persona per non perdersi il suo show su Rai1 un sabato sera ha corrotto i giovani vicini con delle birre e si è piazzato sul loro divano? Una passione che rasenta la follia, ma per i propri idoli non si fanno follie?

Il rapporto con gli idoli è sempre una questione privata, ciascuno la gestisce come vuole, secondo la propria sensibilità.  

(Questo articolo è presente anche su Idea Napoli)