Viandante in transito, di Olga Karasso

di Olga Karasso

Ha serrato gli occhi

un tempo famelici

di gole anfratti

torce su vie sterrate

per non vedere

miserie quadranti

conti pettegoli

tra il Dare e l’Avere

ha chiuso le orecchie

al ronzio di spiriti

invadenti la luce

per non udire

tra orti e grattacieli

il tonfo bruto di razzi

su supermercati

autobus scuole gente

in fuga per selciati

sanguinante

sui bordi delle strade

per non giudicare

crudeltà o terrore

di soldati imberbi

figli di madri

sui carri armati

a scandagliare

sotterranei cantine

declivi e grotte

di nessun riparo

allo strazio del vecchio

raggrinzito

all’urlo di donne bambini

per guerre purulenti

come fistole

di odio e sangue.

Non più un amico

guardingo il viandante 

l’animo rinsecchito

immobile 

a raffiche di venti

a tuoni e lampi

al ciclo di violenza

come la cinta di pietra

dell’Antica Muraglia

paziente rassegnata

dopo avere eluso

mille armate

sadiche domande

senza risposte.

Nessun difensore

né proclami di rivalsa

o guizzo d’orgoglio

finito forse l’incubo

del viandante

dietro neppure la scia

di un figlio

unico bene in transito

la vecchia tracolla.