Piupil, di Alisa Milani

 “La Madia dell’Arte”

 

Piupil

Lui arrivo’
con una rosa rossa
tra le labbra;
lei lo guardò
sgranando gli occhi;
aveva un’ironia
da clown sgangherato.
Era felice, diceva.
Il suo sguardo divenne poi,
come quello
di un leone inferocito.
Un’ondata di paura penetro’
nelle tue viscere;
quelle grandi mani
iniziavano a colpire,
lasciando lividi;
facevan male,
il rosso del sangue
scivolava dalla bocca.
Lui e la sua rosa rossa
con quelle spine
da martoriar la carne,
era solo la faccia
di un amore malato.
La sua cattiveria,
la sentivi addosso
come l’odore della pelle
sporca sulla tua. Eri bloccata dal dolore,
sentivi andar via la tua vita
come in un sogno irreale;
volevi svegliarti, fuggire,
illuderti che la realtà
non era quella.
Lui ti voleva e ti ebbe
con la morte negli occhi.
Quella rosa rossa per te,
la prima e l’ultima.
Per lui, un oggetto da usare, disprezzare e poi recidere.
Piupil, eri la mia bambina;
mai più una rosa
ti ha sfiorata,
mai più una mano
ti ha accarezzata.

Alisa