La lettera di Natale, di Loredana Mariniello

20 dicembre 2015

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La lettera di Natale

Dura la vita di un semplice impiegato postale,
specie se tutto intento a decifrare inesistenti indirizzi,
ma anche divertente, ricca di esaltanti aneddoti
da raccontare ai propri figli,
riempiendo pagine su pagine di fogli.
Quell’uomo umile, il precedente anno,
alla vigilia del Santo Natale,
fu colpito dritto al centro del cuore
da un estremo, immane dolore :
d’improvviso, il suo piccino gravemente si ammalò
e nel giorno più bello dell’anno morì,
da quel triste dì anche l’animo del padre perì,
si spense la luce, scomparve la pace,
lo spirito del natale diventò polvere nella brace.
Tanto fu colpito al petto dalla velenosa spina
di quell’atroce, insostenibile pena
che s’impoverì anche il suo pianto,
la vera disperazione vede muto perfino il lamento,
nasconde il tormento dentro.


Ma le liete feste stavano ritornando,
con esse, il ricordo di quel volto santo.
Il pover’uomo mesto leggeva
mille bigliettini di auguri tra folate di vento
col cuore tremolante di sentimento.
L’aria di festa quanto male gli faceva,
il gelo in lui lentamente scioglieva,
dagli occhi una pia lacrima cadeva.
Pensava al bimbo che non c’era più
e che insieme alla sorellina
non avrebbe adornato i rami dello spoglio pino,
troppo lontano si era spinto il suo destino,
il Signore l’aveva voluto vicino
e reso angelo del Paradiso,
ma il Signore, per sempre,
aveva sottratto all’uomo
il dono meraviglioso di un serafico sorriso !
No, il Natale, non sarebbe stato più ,
per la sua famiglia così speciale,
nulla c’era da gioire, tutto nel dolore
di quel ricordo era costretto a finire.
D’un tratto tra le sue mani capitò una letterina,
scritta in stampatello da una tenera bambina,
Babbo Natale al Polo Nord
avrebbe dovuto raggiungere,
un impossibile miracolo per l’impiegato,
cos’altro aggiungere ?
Incuriosito si soffermò sull’infantile grafia a leggere :
” Caro Babbo Natale,
nella nostra casa è appassita una profumata rosa,
tutti siam tristi, abbiam perso il senso di ogni altra cosa,
per cui, mio buon nonnino, per regalo, quest’anno,
non mi portare niente, il mio fratellino è volato in cielo
e quando il 25 Dicembre ti troverai dalle mie parti a passare,
raccogli i suoi giocattoli, poi con la slitta, sali oltre le nuvole
lasciaglieli di modo tale che anche lassù sia felice e libero di giocare.
Nulla chiedo per me, rivoglio solo il mio papà di prima,
te ne sarei, infinitamente, grata,
egli dice che l’eternità può guarir la sua ferita,
regala un po’ di questa eternità al mio buon papino
e ti prometto che sarò una brava bambina ! ”
Commosso l’impiegato non riusciva più a proseguire la sua lettura,
quell’indirizzo non era per niente sbagliato,
il messaggio al giusto destinatario era lesto arrivato !
Lui era il provvido Babbo Natale .
Giunto alla fine della giornata di lavoro,
attraversò le strade illuminate ed adornate d’oro,
senza provar fastidio, sull’uscio di casa
imperlò il suo viso di un bellissimo sorriso
perché per la sua bambina quel semplice sorriso,
era l’unico dono che per un anno intero
con pazienza aveva atteso !