Ragioni del “sovrano”, ragionevoli perplessità, di Agostino Pietrasanta

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Sovrano “de facto”, Matteo Salvini raccoglie, come tale, un riconoscimento privo di significativa riserva. Lui stesso si comporta di conseguenza, senza alcuna pretesa, gli va riconosciuto, di derivare da Dio il suo potere. Il summentovato afferma di ricevere sovranità dal consenso elettorale e dunque non negoziabile, come un principio indiscutibile e non soggetto a discussione, né tan poco a dialettica con chicchessia.

La  sua “democrazia” viene “dettata”,  senza rispondere a regola alcuna; se la Carta costituzionale la dice diversamente, la sua sovranità non si ferma davanti a quisquilie di una classe politica sepolta dal popolo, con la rimozione/distruzione dei partiti politici: di quei soggetti ingombranti che, finalmente puniti dal sovranismo, nulla possono contro l’impero dei social.

E, aggiungo io, nulla possono anche in ricordo della degenerazione che i partiti hanno creato celebrando gioiosamente il funerale della “prima Repubblica” Qui però si fa strada la (mia) prima ragionevole perplessità perché, rispettoso della Costituzione leggo che “…la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti (!) della Costituzione”, e nei limiti c’è anche quello che affida al Presidente del Consiglio il compito di dirigere la politica generale del governo. 

Al Presidente del Consiglio: non ad un sovrano, chicchessia; ma tale sovrano, anche in situazione d’emergenza come quella che sta sotto gli occhi di tutti, intima al “premier” di non trattare con l’Europa e il quisling di turno obbedisce..

Il summentovato poi afferma di essere sostenuto dal consenso generale: può essere, ma il vero segnale del consenso (lui mi aggiorna ad ogni momento!) restano le elezioni che, nel caso nostro sono quelle del marzo scorso, quando la Lega ottenne più o meno i voti del PD (forse c’è ancora chi si ricorda del Partito Democratico), anzi qualche frazione di percentuale in meno. Certo: in Parlamento c’è una santa alleanza di sovranisti/populisti che assicura un’ampia maggioranza. Però si tratta di un’alleanza/contratto (i programmi sono altra cosa) che ha rimosso e rimuove la tanto decantata volontà popolare, dal momento che gli elettori pentastellati (almeno nella stragrande maggioranza) non avrebbero mai gradito l’abbraccio “mortale” coi leghisti guidati da un sovrano che potrebbe divorare con un boccone i più agguerriti avversari, tra cui, senza offesa e con tutto rispetto personale, non citerei l’innocente Di Maio. Tanto basti per dire che oltre alle forme della Costituzione, vanno a rischio se non al macello anche le volontà popolari. Seconda ragionevole perplessità!

Veniamo alla terza: se la situazione finanziaria nazionale corre qualche rischio, la responsabilità, dice il sovrano, è della Comunità Europea e delle sue regole. Non mi sogno neppure di difendere certe forme normative, tuttavia mi pare che siano gli investitori, anche italiani, che ormai guardinghi non comprano neppure più quei titoli di stato che fino a pochi mesi addietro, andavano a ruba. Personalmente di finanza non capisco nulla, ma vi assicuro che, se nascessi un’altra volta, invece di penare qualche sudato risparmio (la mia professione non mi ha permesso più di tanto), andrei a divertirmi in qualche isolato e ridente paesaggio offerto da un pianeta che, già meraviglioso, viene distrutto (e qui riconosciamo l’innocenza del sovrano) dalla stupidità umana.

C’è però un’altra perplessità e, vi assicuro, la cito per terminare. Avrete notato che da qualche tempo non si parla più di immigrati: evidentemente il nominato sovrano, ha capito (l’intuizione e il fiuto elettoralistici non gli fanno certo difetto) che non c’è più materia di consenso su tale “pezzo”. Il fatto è che l’invasione potrebbe far rima con invenzione e la rima non l’ha solo creata Lui (!), ma avevano già provveduto altri prima di lui, senza alcuna preoccupazione della fine che facevano e fanno i “respinti”, torturati, stuprati e schiavizzati nei campi libici. Complimenti! Ma complimenti soprattutto perché si sono cercate alleanze in paesi tanto amici che ora stanno voltando le spalle alle difficoltà di bilancio della povera “seconda o terza repubblica”. Con buona pace del sovrano e conforto (magro conforto!) alle mie povere perplessità.