Gianrico Carofiglio L’estate fredda Recensione, di Cristina Saracano

L’estate del’92 sarà ricordata come un’estate di mafia sanguinaria.

I fatti di Palermo ne sono il triste ricordo.

In questo romanzo, Carofiglio, ci racconta episodi romanzati della situazione nello stesso periodo nella sua Bari.

Un bambino, figlio di un capoclan, viene rapito e poi ucciso barbaramente.

Un giovane boss decide di collaborare con la giustizia, ma non si riesce a scoprire nulla lo stesso.

La verità è sempre più cruda e amara di quanto uno se l’aspetti, il maresciallo Fenoglio, incaricato delle indagini, la scoprirà in un territorio che sembrava estraneo e dove le sorprese sono sempre dietro l’angolo.

Scritto bene, si legge tutto d’un fiato, è una specie di narrazione ipnotica, che alterna la storia alla lingua dei verbali, un uso insolito, ma molto efficace.