Di Maria Luisa Pirrone

Dopo “Senza nome e senza gloria” (2016) e “Shaytan” (2017), entrambi Edizioni della Goccia, la saga dell’intrepido Luke McDowell giunge quest’anno alla terza imperdibile missione.

L’ex agente dell’FBI ed ex Navy SEALs, sgattaiolato fuori dalla penna di Luca Cozzi per inseguire criminali e dipanare intrighi dall’Europa al Sudamerica fino al Medio Oriente, torna in “Il potere delle ombre”, con lo stesso editore, per scavare, questa volta, nei misteri della nostrana e insospettabile Val Borbera, dove, inaspettatamente, si troverà a sfidare poteri misteriosi e senza scrupoli, decisi a preservare la loro segretezza.

Tutto ha origine dal ritrovamento di una lettera e di un taccuino antichissimi che innescano quella che all’inizio sembra essere una caccia al tesoro e che, invece, si rivelerà una sfida contro poteri occulti. Una miscela esplosiva che solo un pugno di uomini disposti a ogni rischio – McDowell e i suoi compagni – sarà in grado di affrontare.

Il libro è stato presentato, attraverso il primo di una serie di firmacopie, l’8 dicembre in anteprima nazionale presso la Libreria Mondadori di Alessandria, in via Trotti 58, dove l’autore attenderà nuovamente il suo pubblico il 23 e il 24 dicembre dalle 16 alle 19.

Un altro incontro con i lettori è previsto il 20 dicembre alla Libreria Mondadori di Casale Monferrato dalle 16 alle 19.

Cozzi, genovese trapiantato nel basso Piemonte, anima di segreti senza tempo una valle antica e i suoi villaggi dimenticati, come Reneuzzi e Casoni, ma anche Serravalle Scrivia e Novi Ligure.

È questo insolito accostamento di ingredienti ad incuriosirmi più di tutto, perché, come in un piatto dai forti contrasti di sapori, alla fine è ogni singolo elemento ad esserne esaltato.

Parto proprio da questo aspetto nell’intervista che lo scrittore mi ha gentilmente concesso per Alessandria today.

D_Buongiorno, Luca. Sono abituata a considerare la mia provincia sonnolenta e a volte un po’ piatta e anonima. In questo suo nuovo action-thriller, invece, le inietta una sferzata e un brivido inusuali per noi e fa, indirettamente, un ottimo lavoro di promozione del territorio…

R_Sono convinto che un buon romanzo debba essere globale, non mirato a suscitare l’interesse di una ristretta comunità locale, bensì dei lettori di qualunque parte del mondo.

Nel primo libro, “Senza nome e senza gloria”, ho scelto le Americhe perché lì ho vissuto anni ed esperienze meravigliose; in “Shaytan” ho ambientato un paio di capitoli e una violenta battaglia vicino a Gavi perché lì ho trovato lo scenario adatto.

La Val Borbera è una valle carica di storia, teatro di cruente battaglie partigiane durante l’occupazione nazi-fascista. I villaggi abbandonati di Reneuzzi e Casoni e l’antica via del sale mi hanno ispirato il giusto mix di azione e mistero che sono l’ingrediente principale de “Il potere delle ombre”. L’avventura è dentro di noi, basta viverla, e le nostre valli, le nostre colline, perfino la nebbia che avvolge la pianura in un mattino d’autunno possono celare intrighi e misteri.

D_Trovo sempre affascinante il legame che si crea tra gli scrittori e i loro personaggi nel corso di una saga: a volte fraterno o addirittura genitoriale, altre volte complementare o antagonistico. Chi è Luke per lei e come si è evoluto nel tempo il vostro rapporto?

R_Per Luke e per molti dei co-protagonisti mi sono ispirato a personaggi che ho conosciuto in Sudamerica, che sono stati per me compagni di viaggio eterogenei, divertenti, a volte inquietanti, ma sempre umanamente autentici.

Luke per me è stato proprio questo: un compagno di viaggio che, terminato il primo libro, mi ha proposto un’altra avventura e io non ho saputo dire di no…

Il primo romanzo della saga

D_Scorrendo la sua bibliografia, un titolo su tutti mi ha colpito: “L’alpino che giocava ai dadi” (2016)…

R_E’ il racconto che mi ha fatto conoscere al grande pubblico, ha avuto enorme successo tra gli italiani all’estero. Mi intervistò perfino una radio australiana.

E’ una storia di grande umanità sullo sfondo della guerra. Ho voluto mantenerlo nei brevi confini di un racconto affinché emerga solo l’emozione più vera.

D_La mia ultima domanda è banale, ma riguarda un aspetto su cui è opportuno continuare a riflettere: quali difficoltà incontra uno scrittore emergente oggi in Italia?

R_Davvero enormi.

Sono finiti i tempi in cui un lungimirante direttore editoriale poteva decidere di investire su un autore esordiente che riteneva meritevole.

Ora uno scrittore è considerato un “prodotto” come qualunque altro e valutato in virtù della sua vendibilità: se ha un suo seguito (perché ha affondato una nave come Schettino, è stato al Grande Fratello o è un calciatore), allora si pubblica e si investe, altrimenti si cestina. Per un autore emergente significa scontrarsi contro un muro di gomma: non ha la possibilità di farsi conoscere perché è sconosciuto ma rimarrà sconosciuto se non può farsi conoscere.

In questo contesto la grande editoria non svolge nemmeno più un ruolo di garante della qualità: romanzi spesso presentati con frasi promozionali ridondanti e grandi investimenti pubblicitari si rivelano opere meno che mediocri.

 

I libri di Luca Cozzi si possono trovare in tutte le librerie, su Amazon (https://amzn.to/2BcWOtr) e sui principali store on line.

Il suo blog è lucacozziblog.wordpress.com

Altri articoli sull’autore: https://alessandria.today/2018/12/14/la-val-borbera-protagonista-dellaction-thriller-di-luca-cozzi-sabato-il-firmacopie-alla-mondadori/