VOGLIO DIVENTAR DIO, di Gregorio Asero

VOGLIO DIVENTAR DIO

Che già canuto mi vedevo allo specchio della vita.
E stanco correvo verso il mio traguardo,
ma come potevo rinunciare a vivere
quando si bella e solare apparivi alla mia mensa?
Come può un vecchio uomo rinunciare all’ultimo sole di sua vita?
Anche se l’inverno si fa freddo e scuro.

Che già canuto mi vedevo allo specchio della vita.
Ma volli accogliere il sorriso della donna che si fece fata,
e di nascosto il mio cuore sorrise,
quasi a provar vergogna,
come se fossi un giovane virgulto.

Che già canuto mi vedevo allo specchio della vita.
Ma lei fu il fiore più bello che mai avessi colto
e felice mi sorrideva di sotto le ciglia,
mentre il mio cuore s’alzava a riguardare il sole.
Anche se era l’ultimo di una vita dissipata
che già l’inverno veniva.

Che già canuto mi vedevo allo specchio della vita.
Malgrado la pianta ormai matura ridesse i suoi frutti alla vita
e il mattino faceva capolino fra le nubi diradate
che già altre albe mirava il suo cuore.

Che già canuto mi vedevo allo specchio della vita.
Mentre guardavo le sue forme cangianti
più bella donna io mai vidi,
e sentivo in me crescer la rabbia di una vita finita.

Voglio diventar Dio per salire sul ramo più alto
così da chinar le fronde, ed io e te diventar un’unica forma.
Sul ramo più alto io coglierò il tuo amore
e così diventeremo eterni, come il mondo;
e l’inverno sconfiggeremo.
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da ” Poesie sparse”
di Gregorio Asero
copyright legge 22 aprile 1941 n. 633