IL PARADISO, di Gregorio Asero

IL PARADISO

Forse la mia vita e stata tutta un errore? È questa la domanda che spesso ci angoscia prima di morire, e difficilmente si riesce a dare una risposta. Per troppo tempo, forse, ci teniamo questa domanda nel nostro cuore, perché abbiamo paura della risposta.

Quanto più si avvicina la morte, tanto più questa domanda si presenta davanti ai nostri occhi. Io penso che quando si muore, ognuno di noi, per suo conto, si avvicina al proprio Dio, al proprio Paradiso, che beninteso non è quello che ti vogliono vendere gli altri, ma è il nostro personalissimo Dio, il nostro personalissimo Paradiso, l’unico e vero.

E allora, in quei momenti, quando si è in comunicazione con il proprio Dio, si ha la sensazione, la voglia, la speranza, di ritornare alla fonte della nostra vita, al grembo materno; il quale forse è l’unico involucro dove regna la pace, l’armonia, l’amore. Purtroppo, il sistema, i potenti, gli imbonitori, cercano di venderci il loro Paradiso, perché sono convinti che solo quello sia il vero.

Questi personaggi sono mossi solo da egoismo. Io invece dico che il Paradiso di ognuno di noi è nel proprio animo, ed è forse l’unico posto, dove siamo stati veramente felici. Ecco perché quando si muore, si vorrebbe andare in Paradiso, si vorrebbe tornare alla fonte. Ma io dico che non è necessario morire per essere felici.

Anche in questa vita terrena, piena d’imperfezioni, si può trovare l’amore, la gioia. Non bisogna arrivare alla fine della nostra vita e domandarci se fu tutto un errore, non esisterebbe tragedia peggiore che rispondersi di sì.

GREGORIO ASERO