succedeva il 7 dicembre 2017…

di Cristina Saracano, Alessandria

Il colore

Dicembre, il fanalino di coda, con le auto in coda ai semafori.

Dicembre, il mese più buio, con le luci di Natale, le musichette, la neve che non c’è più, ma si può fare, o immaginare.

Il mese dove i poveri hanno più freddo, ma tutti pensano un poco a loro, come alle vecchie zie, quelle che non senti quasi mai, perché ripetono sempre le stesse cose da quando eri bambina, ma, a dicembre, che piacere ricordarsene!

Anche la città più scialba sembra bella con gli addobbi, le casette di Natale, un presepe per ogni chiesa, chissà se Dio vede quanti preparativi facciamo per accogliere il suo unico figlio, e chissà se li apprezza….

Dicembre è un mese falso, si dice ultimamente. “Basta, quest’anno, non si fa niente!” “E’ una festa solo per i consumi…”, e poi? Tutto come prima.

La cena coi colleghi, con gli amici della palestra, con le amiche che non vedi mai, ma adesso, a dicembre, sì, il regalo alle maestre, “un pensierino” alla dirimpettaia che non riesci a sopportare quando origlia dietro la porta…

I parenti che arrivano, dall’otto in poi, non li fermi più. La loro lontananza è direttamente proporzionale al tempo in cui si resteranno da te: gioie e dolori, allegria e invadenza: sembrano sparite anche le mezze misure!

Quando, la sera del venticinque, i cassonetti saranno pieni di carta rossa e oro stropicciata, di fiocchetti strappati e di cartoncini schiacciati e tutti saremo appesantiti dall’eccessivo mangiare e bere, soltanto allora, potremo tirare un sospiro di sollievo, un “anche quest’anno è fatta!”

A me a dicembre, piacciono solo i bambini. Adoro la loro voglia di stupirsi e meravigliarsi a